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Meloni: gli appelli alla pace di Papa Francesco sono per noi un monito alla responsabilità

Roma, 23 apr. (askanews) – “Papa Francesco non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, e lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando in aula nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. “Ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi oggi un ulteriore monito alla responsabilità”, ha aggiunto.

“Siamo in quest’Aula oggi – ha aggiunto Meloni – per rendere omaggio a un grande uomo e a un grande pontefice che ha guidato la Chiesa con segni profetici in tempi complessi e certamente imprevedibili. Ricordare Papa Francesco non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che anche per me personalmente ha rappresentato molto di più”. Nel corso del summit del G7 in Puglia “il Santo Padre ha detto che ‘la politica serve’ e che ‘di fronte a tante forme di politica meschine, tese all`interesse immediato,
la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine'”, ha ricordato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo nell’aula di Montecitorio. “Come Pontefice – ha proseguito Meloni – ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui, guardate, l`uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso: il cambio di un`epoca investe ogni livello della vita dell`uomo, quello religioso, quella sociale, quella politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti. Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare
agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio”. “Tentare di essere all`altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e
Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci”.

“Io – ha proseguito la premier – ho avuto il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice, che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”. “Papa Francesco – ha ricordato – era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo
interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato. Così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo, voleva ascoltarti come se per lui significasse dire io ci sono per te. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla terra”. “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli. Tra i quali – è stato ricordato – il più assiduo era: ‘non perda mai il senso dell’umorismo’. È stata anche l’ultima cosa che mi ha detto. C`era un senso profondo anche in questo, ovviamente. La sua allegria contagiosa, fino all’ultimo, era un insegnamento sull’amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini ‘è triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito’. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai”.