Washington, 17 apr. (askanews) – Un incontro con “una posta in gioco molto alta”. Così, alla vigilia, il New York Times definisce l’incontro previsto per domani alla Casa Bianca tra Giorgia Meloni e Donald Trump. La premier è arrivata a Washington nel primo pomeriggio americano (la serata in Italia): dormirà alla Blair House, la residenza proprio di fronte al Palazzo presidenziale riservata agli ospiti stranieri illustri. Prima di lei già Silvio Berlusconi e Matteo Renzi avevano usufruito del palazzetto, che nelle scorse settimane ha aperto le porte, tra gli altri, per Emmanuel Macron e Keir Starmer.
L’incontro alla Casa Bianca è previsto per domani alle 12 (le 18 in Italia), e al termine dovrebbe tenersi il consueto “spray”, le dichiarazioni congiunte alla stampa nello Studio Ovale, che con il nuovo presidente sono per consuetudine diventate quasi una conferenza stampa. Non esclusa però anche una vera e propria conferenza stampa, anche se il programma non è ancora definito. E questo la dice lunga sull’imprevedibilità di Trump e sulla cautela di Palazzo Chigi che, in questa missione, ha anche evitato di inviare il consueto “background” informativo della vigilia. Del resto, nota ancora il New York Times, la premier italiana rischia “il suo capitale politico in Europa e in patria per un incontro dai possibili esiti negativi”. Meglio dunque tenere un basso profilo, senza creare troppe aspettative.
La missione – viene ribadito più volte – è un incontro bilaterale, le trattative sui dazi spettano all’Unione europea. Ma certo i contatti frequenti con Ursula von der Leyen, anche ieri, mostrano che a Bruxelles si ripongono delle speranze sul colloquio di Meloni, che ha sempre rivendicato una “special relationship” con il tycoon. “Hanno coordinato questa visita. Come sapete abbiamo già detto più volte che qualsiasi azione di contatto con l’amministrazione statunitense è molto benvenuta. Certo, la Commissione ha competenza negoziale, ma i contatti sono estremamente positivi”, ha precisato una portavoce della Commissione. Meloni ribadirà quindi la proposta dei dazi “zero per zero” già avanzata dall’Ue (con ben poco successo, al momento) ma soprattutto cercherà di comprendere se Trump ha un obiettivo chiaro da raggiungere nella sua politica sui dazi e se è disponibile a un contatto diretto con von der Leyen. Già questo sarebbe un gran risultato per lei, consapevole di agire in una fase “complessa e in rapida evoluzione”, come ha ammesso in un videomessaggio al Consorzio del Grana Padano.
In un difficile equilibrio tra rapporti europei e bilaterali, sul tavolo ci sarà anche l’impegno a incrementare le spese militari. Trump chiede il 5% a tutti i Paesi Nato, l’Italia che è ben sotto il 2% è disponibile a crescere (e ha già presentato un piano in proposito). Roma è pronta anche a estendere ulteriormente l’acquisto di Gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Usa, ma con dei limiti dovuti alla capacità infrastrutturale di processare il gas in arrivo via nave. Il confronto si allargherà alle partnership industriali e agli investimenti (l’Italia può rivendicare l’impegno di aziende come Eni, Enel, Leonardo) e ai rapporti con la Cina. Da questo punto di vista Meloni può far valere lo stop deciso al Memorandum sulla Via della Seta, che testimonia, secondo lei, un preciso appuntamento nei confronti di Pechino. Peraltro, nei giorni scorsi, la premier si è molto irritata per la visita in Cina del premier spagnolo Pedro Sanchez, giudicata inopportuna in questo momento. E poi, naturalmente, si parlerà della questione ucraina, con l’Italia che resta al fianco di Kiev e si prepara a varare un nuovo pacchetto di aiuti militari.
Già domani pomeriggio la premier rientrerà a Roma dove venerdì, intorno all’ora di pranzo, incontrerà il vice presidente Usa J.D. Vance.