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domenica, 23 Novembre, 2025
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Meloni sente Trump e rassicura Ue: "Piano Ucraina si può modificare"

Johannesburg, 23 nov. (askanews) – Donald Trump è “disponibile” a modificare il suo piano di pace per l’Ucraina e adesso per l’Europa è il momento di dimostrare “maturità”. Mentre a Ginevra era in corso l’incontro che vedeva il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale Usa Steve Witkoff discutere con i rappresentanti di Ucraina, Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tiene a Johannesburg un punto stampa prima di partire per l’Angola dove domani parteciperà al vertice Ue-Unione africana.

La premier – che nella prima mattina americana ha sentito Trump insieme al presidente finlandese Alex Stubb – mantiene la linea di tenere unite le due sponde dell’Atlantico, rassicurando i partner europei. Per lei il piano in 28 punti del presidente Usa ha “molti punti condivisibili” e non è necessario lavorare su una “controproposta” dell’Unione europea, “anche per un fatto di tempo ed energie”. Questo piuttosto, per l’Europa, è il momento di dare “una prova di maturità” e “dimostrare che può fare la differenza con proposte serie, che fanno fare dei passi avanti, quindi non semplicemente dicendo ‘sì, va tutto bene’, ‘no, va tutto male’, che sarebbe un approccio un po’ infantile”. Sul fatto che il piano sarebbe troppo sbilanciato a favore della Russia, se non scritto da russi, come afferma qualcuno, la premier preferisce glissare: “il tema di chi abbia scritto il piano mi interessa meno” perchè “noi dobbiamo guardare all’obiettivo, perché la fase è molto delicata”. Il problema – per lei – è che Putin non ha “la reale volontà di chiudere la guerra e dobbiamo andare a vedere il bluff con una proposta sensata”.

Rispondendo ai giornalisti, la premier cerca anche di stemperare le polemiche sulle ultime affermazioni del tycoon che ha accusato sia gli europei che Volodymyr Zelensky di essere “irriconoscenti” nei confronti degli Usa. “Siamo tutti stati testimoni – dice – di quando Zelensky ha chiaramente ringraziato gli Stati Uniti” e quanto agli europei “se si fosse irriconoscenti nei loro confronti non ci sarebbe neanche probabilmente bisogno di loro, nel senso che non si comprenderebbe l’importanza che hanno avuto nel conflitto, invece la capiscono tutti. E la capiscono benissimo”.

Il tema dell’Ucraina si lega con il clima all’interno della maggioranza, dove da parte di Matteo Salvini c’è un quotidiano “controcanto” sull’impegno italiano. Una visione che però lei respinge: “Non lo considero un controcanto, siamo una coalizione non una caserma, è un bene che tutti esprimano le proprie posizioni perché aiuta anche me a ragionare. A me alla fine interessa una cosa sola: mi interessa la postura internazionale dell’Italia. Mi interessa che l’Italia continui ad essere percepita come una nazione seria, come una nazione credibile, come una nazione che ha una chiara linea di politica estera. E oggi l’Italia così viene percepita”. Dunque il governo sta lavorando al dodicesimo pacchetto di aiuti militari e all’invio di generatori elettrici, mentre per quanto riguarda l’eventuale adesione al programma Usa di acquisto di armi Purl (Prioritized Ukraine Requirements List) “non abbiamo una deadline, in futuro si vedrà”. Se questi sono i fatti, ci sono poi i toni del vicepremier, che ad esempio sulla vicenda dei casi di corruzione a Kiev oggi ha detto che i soldi donati per i bambini sono stati utilizzati per “mignotte e ville all’estero”. Parole che certo non possono che imbarazzare ma su cui – si limita a dire – non può “bacchettare” gli alleati. Però, sul caso specifico, precisa, “il governo ucraino ha dimostrato di avere gli anticorpi per risolvere i problemi interni”.

Chiuso il lungo punto stampa (“Questa la chiamiamo conferenza stampa?, chiede con una battuta venata di polemica) la premier è partita per Luanda. Già questa sera farà il punto con gli altri leader al termine della riunione di Ginevra. Poi domani mattina, nella capitale angolana, si riuniranno i capi di Stato e di governo dell’Ue presenti al summit mentre martedì si terrà una riunione in videoconferenza dei cosiddetti volenterosi.

Dell’inviato Alberto Ferrarese