Roma, 17 mag. (askanews) – La “sintonia” con il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz non riesce a mettere in secondo piano il ‘gelo’ tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, i cui rapporti sono probabilmente al punto più basso da quando la premier è in carica.
Ieri, dopo l’incontro dei ‘volenterosi’ a margine della Cpe di Tirana, la presidente del Consiglio aveva giustificato la sua assenza dicendo che “l’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina” e dunque “non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità”. Il presidente francese l’aveva però ‘smentita’, dicendo che non si era parlato di invio di soldati, invitandola a “evitare le fake news, bastano quelle russe”. Parole durissime, a cui oggi la premier ha replicato nel corso delle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il cancelliere a Palazzo Chigi. “E’ necessario abbandonare un po’ i personalismi che rischiano di minare l’unità dell’Occidente, che è fondamentale per risolvere il conflitto” in Ucraina, la frecciata – eufemismo – all’inquilino dell’Eliseo. A cui poi attribuisce (è lo ‘spin’ che gira da ieri a Palazzo Chigi) una marcia indietro sul progetto della forza di pace europea. “Dalle parole di Macron non posso che prendere atto del fatto che l’invio delle truppe non è più un tema di discussione” e dunque “noi siamo disponibili a partecipare a qualsiasi formato per raggiungere l’obiettivo di una pace giusta e duratura”. Sul tema Merz fa un esercizio di equilibrio. Assicura che “non c’è nessuna decisione, non c’è una discussione sulla questione dell’invio di truppe dell’Unione europea o della Nato in Ucraina” e che “l’Italia deve svolgere un ruolo”. Comunque, assicura, “vogliamo cambiare il formato dei volenterosi”.
I due leader, che dopo il bilaterale e le dichiarazioni si incontrano per una cena di lavoro allargata alle delegazioni, sottolineano la relazione “strategica” che porterà all’inizio del 2026 a un nuovo vertice intergovernativo, da ospitare in Italia. “E’ stato un incontro molto aperto, cordiale, operativo, concreto che credo rappresenti la smentita più efficace di una presunta assenza di interesse del nuovo governo tedesco per il rapporto con l’Italia”, ha sottolineato Meloni. Mentre il cancelliere ha assicurato che sono “sbagliate” le indiscrezioni riportate da ‘Die Welt’ riguardanti un presunto veto della Spd verso l’Italia come partner strategico: “In nessun momento c’è stata una discussione sul ruolo dell’Italia” che è “un partner importante” e “lo dico non solo per me, ma per tutto il governo tedesco”.
Tra i settori di collaborazione citati da Meloni il “rilancio della competitività” e in particolare l’automotive, su cui sono apprezzabili i “correttivi” apportati dalla Commissione Ue al Green Deal ma “si deve fare di più” per un settore “schiacciato da un approccio eccessivamente ideologico”. Italia e Germania, garantisce, sono “d’accordo sulla necessità di raggiungere i traguardi ambientali” ma “tenendo conto della sostenibilità economica e sociale, con un approccio pragmatico non più rinviabile. Non possiamo correre il rischio di una desertificazione industriale del nostro continente”. Sempre in economia, la cooperazione può svilupparsi ulteriormente nel settore dell’energia e in quello della difesa, come dimostra la joint venture tra Leonardo e Rheinmetall che “ha sede in Italia ma che possiamo considerare un primo insieme dell’industria della difesa europea”.
Sui dossier internazionali, Italia e Germania sono allineate sulla questione Ucraina. “Abbiamo parlato degli sforzi comuni per arrivare a una pace giusta e duratura – ha detto Meloni -. Se oggi ci sono le condizioni perché si svolgano colloqui di pace è grazie alla tenacia del popolo ucraino ma anche al sostegno dell’Occidente. Non c’è stato l’incontro Zelensky-Putin a Istanbul ma è comunque positivo che le delegazioni si siano viste, grazie anche all’azione della Turchia e dell’America. Ci auguriamo che sia un primo timido passo per un processo verso una pace giusta e duratura che tenga conto delle necessarie garanzie di sicurezza per la nazione aggredita”. Sul Medio Oriente, sottolinea, “proprio perchè siamo amici di Israele non possiamo restare indifferenti a quanto accade a Gaza, dove la situazione è sempre più difficile e drammatica. Chiediamo la cessazione delle ostilità, non ci devono essere ambiguità sul rilascio degli ostaggi e sul fatto che non c’è futuro per la presenza di Hamas nella Striscia o in un futuro Stato palestinese”.
Tema su cui Meloni e Merz si trovano vicini è quello dei migranti: “Riscontro grandissima sintonia con il cancelliere Merz e penso davvero che lavoreremo molto bene insieme per consolidare quel cambio di approccio che si è affermato in questi anni in Europa e che ritiene prioritaria la lotta ai trafficanti di esseri umani, la difesa dei confini esterni, il rispetto della legalità, il rafforzamento dei rimpatri e una cooperazione da pari a pari, nuova, un nuovo modello di cooperazione con i paesi africani, con i paesi di origine, con i paesi di transito”. La Germania si è anche detta interessata a partecipare alle riunioni del gruppo dei cosiddetti Paesi ‘like minded’ sulla questione (promosso da Italia, Danimarca e Paesi Bassi) che si incontrano prima dei Consigli europei, “per affrontare la grande questione migratoria anche con soluzioni innovative come il nostro protocollo con l’Albania”.
Meloni, che oggi ha ricevuto anche il presidente del Libano Joseph Aoun e il premier canadese Mark Carney, domani mattina sarà alla cerimonia di intronizzazione di papa Leone XIV. E non è escluso che nel corso della giornata possa avere altri incontri, magari anche con il vice presidente americano J.D. Vance.