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martedì, 11 Novembre, 2025
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Migrantes: nel 2024 iscritti all’Aire oltre 123mila italiani

Roma, 11 nov. (askanews) – Da gennaio a dicembre 2024 si sono iscritti in Italia all’AIRE (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero) per la sola motivazione “espatrio” 123.376 cittadini italiani, il 53,8% maschi, il 70,2% celibi/nubili e il 23,9% coniugati, a cui unire lo 0,3% di unioni civili. A metterlo in rilievo è il XX Rapporto italiani nel mondo (2025), redatto dalla Fondazione Migrantes della Cei, reso noto oggi.

Secondo il Rapporto di Migrantes, quindi, “è evidente la piena ripresa della mobilità italiana” con un +38% rispetto all’anno precedente che, in valore assoluto, si traduce in circa 34 mila partenze in più.

L’aumento registrato riguarda prevalentemente i giovani e i giovani adulti, mette sempre in rilievo lo studio di Migrantes, che aggiunge che in particolare, nella classe di età 18-34 anni si rileva un +47,9% rispetto all’anno precedente a cui unire il +38,5% della classe immediatamente successiva (35-49 anni). La componente dei giovani e dei giovani adulti, quindi, nell’insieme raggiungerebbe il 72,2% del totale delle iscrizioni per espatrio avvenute lungo il corso del 2024 (era il 68,8% l’anno precedente) “ed è sempre più interprete indiscussa dell’attuale esperienza migratoria dall’Italia”.

Alle 89 mila partenze di giovani e giovani adulti si devono aggiungere più di 15 mila minori (il 12,3% del totale) e 13.433 adulti maturi (il 10,9%). E’ stata l’Europa il “baricentro” della mobilità italiana degli ultimi 20 anni. A metterlo in rilievo è il XX Rapporto italiani nel mondo (2025), redatto dalla Fondazione Migrantes della Cei, reso noto oggi. Un annuale appuntamento sugli andamenti dell’emigrazione di nostro connazionali all’estero che ha evidenziato come, dal 2006 al 2024, si sono diretti in Europa poco meno di 1 milione e 250 mila espatri (il 76% del totale complessivo degli espatri degli ultimi vent’anni) e da qui proviene circa il 60% dei rimpatri (488 mila). All’interno del continente, l’Unione europea (con il Regno Unito ricondotto all’UE per omogeneità di serie) assorbe da sola quasi la metà delle partenze (46,4%) e oltre un terzo dei rientri (36,8%).

Il saldo con l’UE, dunque, mette in rilievo il Rapporto, “è il cuore dello squilibrio: -459mila – oltre il 56% del saldo totale nel periodo -, mentre il contributo dell’Europa nel suo complesso sale a oltre il 93% del saldo. In altre parole, la gran parte delle uscite (e degli squilibri) dei cittadini italiani avviene dentro lo spazio europeo di libera circolazione, mentre il resto del mondo pesa molto meno. Fuori dall’Europa, le destinazioni tradizionali d’oltremare rimangono attrattive ma su scala più contenuta”.

Il Nord America totalizza, invece, 102 mila espatri e 54 mila rimpatri (con un saldo pari a -48 mila unità), mentre l’Oceania conta 36 mila espatri e 14 mila rimpatri (saldo -22 mila), “flussi significativi, ma lontani per volume e impatto da quelli europei”, nota il Rapporto.

In Asia lo squilibrio è modesto (65 mila partenze e 60 mila rientri, con uno squilibrio di -5,7 mila). Per il continente africano il saldo è positivo, pur su volumi piccoli (complessivamente +16 mila), “e potrebbe essere interpretato come segnale di mobilità spesso circolare o temporanea verso contesti di cooperazione, servizi e imprese, con ritorni più frequenti di nuove partenze”.