Impediti a mettere il naso fuori, perché la propria salute è strettamente correlata alla salute degli altri, fa risvegliare una condizione che sembrava da molti decenni messa in quarantena. Anzi, espulsa completamente dal comportamento umano.

Quell’intersezione lì, suona totalmente nuova alle nostre collaudate abitudini. La vicenda vuole che tutto l’interesse, per solito riservato esclusivamente a beneficio del singolo, oggi rimbalzi su un terreno collettivo, una sfera generale, una dimensione comunitaria.

Siamo da due settimane rinchiusi nelle nostre pareti private. Eppure, paradossalmente, mai come in questo momento, respiriamo una realtà che riguarda tutti. Si direbbe che è capitato una sorta di miracolo che ha saldato l’individuale all’universale. Pensando a noi, pensiamo agli altri. Avendo attenzione per gli altri, curiamo noi stessi.

Ieri, i Paesi che ad oggi hanno più sofferto questo veleno, si sono uniti per chiedere all’Europa un passo significativo, al fine di aprire le porte ad un intervento economico corrispondente al fabbisogno di ciascuna nazione. Italia, Francia, Spagna ed altri hanno promosso questa idea. I Paesi nordici, capeggiati dall’Olanda, si sono dimostrati non solo scettici, ma persino freddi. Dall’incontro si è usciti con un temporeggiamento: due settimane per mediare ulteriormente sul tema proposto. La Germania, prossima alle posizioni nordiche, ha suggerito questa mediazione, che è stata obbligatoriamente accolta da tutti.

Riflessione.

L’Olanda non ha sicuramente respirato il miracolo, tanto vale per i suoi ricchi satelliti. La Germania lo intravvede, ma non ne beneficia. Noi, con gli altri Paesi mediterranei abbiamo invece avvertito fino in fondo quel miracolo e vorremmo che potessero goderne tutti. Staremo a vedere. Non vorrei mai che per comprenderne il gran significato, i Paesi nordici e scandinavi, provassero il tormento che noi viviamo da circa un mese.

Avrebbero infatti l’opportunità di cavarsela in modo più alto, in una forma non obbligata, in una sorta di grazia che li innalzerebbe come non mai.

Ho toccato, come leggete, un solo aspetto. Non mi sono messo a descrivere cosa capiterà domani sul piano sociale e su quello culturale, nonché sul versante politico. Ho messo in rilievo un unico perno che, a mio modesto parere, è una lirica che segnerà un salto sostanziale, stilistico tra il prima e ciò che accadrà dopo vittoria sul coronavirus.

Stiamo pertanto ancora con il naso dentro casa. Ci sono tanti operatori che si espongono per noi. Dovremmo solo ringraziarli. Loro sì, mettono a repentaglio se stessi, a noi invece, più fortunati, compete un’unica regola, seguire seriamente e rigorosamente la nostra volontà.