A un anno dall’inizio della seconda Presidenza Trump, quali conseguenze ha per l’Italia e per l’Europa la condiscendente vicinanza politica del capo del Governo italiano al Presidente degli Stati Uniti? Sull’Europa la linea di Trump è di una semplicità disarmante.
La strategia americana sull’Unione europea
Primo: l’unione fa la forza. È interesse degli Stati Uniti che l’Unione europea non si rafforzi; meglio, anzi, se si disintegri.
Secondo: la diffusione del movimento MAGA in alcuni Paesi della UE può aiutare.
Terzo: chi ha il potere di regolare le big tech e l’intelligenza artificiale ha in mano il destino del mondo o, comunque, è in grado di sottrarsi a un esclusivo predominio americano.
Governi amici e Europa indebolita
L’ideale per Trump è avere Governi amici che – primo – si adoperino per impedire una maggiore capacità di decisione della UE, soprattutto opponendosi al superamento del potere di veto; secondo, condividano i valori MAGA più che i princìpi sui quali negli ottant’anni precedenti gli Stati Uniti erano divenuti il leader naturale dell’Occidente; terzo, siano sensibili alle pressioni del Governo americano e delle big tech affinché l’Unione europea sia docile ai loro indirizzi in materia di regolazione e tassazione in quel campo.
È facile cogliere in lei, signora Presidente, il leader politico che in Europa incarna meglio di ogni altro i desiderata del presidente Trump. Se questo sia un merito o un demerito ciascuno potrà giudicare. In me questo determina rammarico per il danno emergente e, ancor più, per il lucro cessante per l’Europa e per l’Italia.
Danno emergente e lucro cessante
Danno emergente: a me che partecipo alla vita pubblica senza aver mai avuto appartenenze politiche e sono altrettanto fiero di essere italiano ed europeo, dispiace che il mio Paese faccia una scelta di campo che lo colloca ai margini di valori quali lo Stato di diritto, la distinzione tra affari personali e affari dello Stato, che dà premio alla plutocrazia invece che alla meritocrazia e che non si fonda più sul multilateralismo.
Lucro cessante: proprio perché riconosco – e non da oggi – che lei, signora Presidente del Consiglio, è un leader politico di inconsueta capacità, in particolare sul piano internazionale, se lei nell’Unione europea si fosse impegnata e si impegnasse per costruire una maggiore integrazione europea e un’Europa più capace di decidere, con la stessa efficacia con la quale ottiene le maggioranze su temi specifici di policy che interessano a lei e al Governo italiano, l’Europa avrebbe forse già fatto e farebbe passi importanti come quelli che nella storia dell’integrazione europea sono stati altre volte determinati da leader italiani.
Costituzione e interesse nazionale
Infine, signora Presidente, lei ha giurato sulla Costituzione della Repubblica. Il presidente Mattarella ha chiarito recentemente che la scelta del dialogo e del multilateralismo, quella che oggi si declina nella difesa dell’Unione europea dalle pressioni autoritarie e identitarie che arrivano da Washington, è una scelta resa obbligata da due elementi: la nostra Costituzione e la tutela dell’interesse nazionale.
Ne deriva che chi sceglie di legittimare la dottrina Trump, chi si accontenta di essere il riferimento europeo dei poteri americani che vogliono un’Europa sottomessa ai poteri americani, io credo si schieri contro la Costituzione e certamente contro l’interesse nazionale.

