Roma, 25 feb. (askanews) – “Si vergogni Santanchè, vergognatevi voi tutti della maggioranza che andrete a votare per difenderla, siete responsabili del disastro economico e morale. Ma noi non ci arrenderemo, e con tutte le persone oneste voteremo a favore della mozione di sfiducia”. Così il leader M5s Giuseppe Conte, intervenendo alla Camera sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanchè. “A noi non interessano i suoi processi penali, non avete capito nulla del M5s, a noi interessa l’etica pubblica, la responsabilità politica. A noi basta sapere che dei lavoratori hanno detto che lei ha usato i fondi Covid mentre lavoravano, la società ha chiesto la sanatoria all’Inps: questo fatto è incontrovertibile, non ci interessa il processo penale” sottolinea il leader M5s. “Noi odiamo la ricchezza? Non dica baggianate – replica ancora Conte a Santanchè – voi odiate i poveri, noi contrastiamo la disonestà…a lei avrei poco da dire perchè quando c’è una presidente del consiglio che disonora le istituzioni la sua indisciplina ha un rilievo secondario”.
Conte punta l’indice anche contro il governo: “Maggioranza e governo stanno difendendo l’indifendibile, Santanchè è stata accusata di gravi comportamenti: falso in bilancio e truffa allo Stato sui fondi Covid. Fate da scudo a una imprenditrice ma non fate da scudo a tanti imprenditori, artigiani che stanno vivendo sulla loro pelle il tracollo industriale, invece li lasciate soli, rinviate i consigli dei ministri perchè senza una soluzione. Eppure non hanno commesso truffe, nè falso in bilancio ma non hanno neanche santi in paradiso e non sono amichetti di Meloni”.
Duro anche l’intervento della segretaria Pd Elly Schlein, in aula alla Camera sulla mozione di sfiducia a Santanchè. “Ministra Santanchè, Giorgia Meloni l’ha scelta alla guida del ministero del Turismo, oggi però fa finta di conoscerla. Non la vediamo qua. L’ha scaricata come lei ha scaricato i suoi dipendenti”, ha detto Schlein aggiungendo: “Meloni si è resa conto di avere fatto un grande errore, probabilmente, ma allo stesso tempo non è in grado di rimediare, non riesce a farla dimettere mentre lei rimane lì incollata a quella sua poltrona”.
“Lei giustizialista con gli avversari è diventata ipergarantista con sé stessa – ha continuato la segretaria Pd – ma non si preoccupi, noi non siamo qui per fare un processo. La presunzione di innocenza vale per tutti. Noi siamo qui a porre una gigantesca questione di opportunità politica. Davanti ad accuse così gravi per non ledere all’istituzione che si rappresenta lei avrebbe dovuto dimettersi”.
E, ha sottolineato, rimarcare che le vicende dell’inchiesta sono fatti antecedenti all’incarico di governo “è un’aggravante: proprio perché il suo privato crea imbarazzo dovrebbe avere il buonsenso di fare un passo indietro. L’articolo 54 della Costituzione, che lei nella sua lezioncina non ha citato dice che ‘i cittadini ci sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore'”. E “mentre lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalle bollette?”, ha chiosato la segretaria Pd Elly Schlein parlando in aula alla Camera e rivolgendosi alla ministra Daniela Santanchè.