Roma, 5 nov. (askanews) – Con la mano sul cuore e un sorriso ampio, il neoeletto sindaco di New York Zohran Mamdani è salito sul palco del Paramount Theatre di Brooklyn per pronunciare il suo primo discorso da vincitore, citando uno dei padri del socialismo americano: “Come disse Eugene Debs, vedo l’alba di un giorno migliore per l’umanità”. Lo racconta il New York Times.
Mamdani, 34 anni, deputato statale di origini indiane nato in Uganda, ha vinto contro l’ex governatore Andrew Cuomo, diventando il primo sindaco musulmano e socialista della storia della città. “Sono giovane, musulmano, un socialista democratico. E, cosa forse più grave per alcuni, non ho alcuna intenzione di scusarmi per questo”, ha detto tra gli applausi.
Il discorso, durato circa 25 minuti, è stato un misto di sfida e speranza. Mamdani ha celebrato la caduta di “una dinastia politica”, riferendosi a Cuomo, ma ha anche dedicato parole di gratitudine ai lavoratori e agli immigrati di New York: “Alle mani callose dei rider, alle nocche bruciate dei cuochi, alle abuelas messicane, ai tassisti senegalesi, ai droghieri yemeniti e alle infermiere uzbeke”.
Ha poi rivolto un messaggio diretto al presidente Donald Trump, che nei giorni precedenti aveva invitato i newyorkesi a votare per Cuomo e minacciato di tagliare i fondi federali alla città in caso di vittoria di Mamdani. “Donald Trump, so che mi stai guardando. Ho quattro parole per te: alza il volume”, ha detto il nuovo sindaco, definendo l’ex presidente “il simbolo dei cattivi padroni di casa e della cultura della corruzione” e promettendo che New York mostrerà al mondo “come si sconfigge un despota”.
Tra cori e slogan scanditi dal pubblico, Mamdani ha elencato le sue priorità: “Insieme, New York, congeleremo gli affitti!”, ha gridato. “Rendere i bus veloci e gratuiti! Offrire assistenza all’infanzia universale!”.
“Il nostro sarà un grande progetto, ma non sarà astratto”, ha concluso. “Sarà la dimostrazione concreta che una città diversa è possibile”.

