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venerdì, 18 Luglio, 2025
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Nato: 5% è rispondere al mondo così com’è, non come vorremmo fosse

Milano, 18 lug. (askanews) – “Si tratta di rispondere al mondo così com’è ora, non come vorremmo che fosse”. Lo ha detto nel suo intervento la vicesegretaria generale della NATO Radmila Shekerinska al simposio LANDEURO tenutosi in Germania a Wiesbaden. Preparare la sicurezza e la deterrenza “costa denaro, il 5% è tanto denaro”, ha sottolineato in merito agli obbiettivi decisi dagli alleati poco meno di un mese fa al summit Nato di giugno. “Ciò che abbiamo incluso in questa cifra è un aumento di cinque volte dei nostri sistemi di difesa aerea e missilistica, migliaia di altri veicoli blindati e carri armati, e milioni di altri proiettili di artiglieria, e droni e jet aerei”, ha spiegato Shekerisnka esemplificando il significato del vertice dell’Aia, dove “gli alleati sono riusciti a concordare un piano di investimenti per la difesa molto ambizioso” ovvero “investire il 5% del PIL per la nostra sicurezza entro il 2035”.

“Tutti questi elementi – ha aggiunto – contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di capacità di cui abbiamo bisogno e degli obiettivi di capacità che richiedono il 3,5% del PIL affinché possano essere finanziati in tempo utile. Allo stesso tempo, gli Alleati concordarono di spendere l’1,5% del PIL in spese legate alla difesa e alla sicurezza. Ciò significa più soldi per sostenere i nostri eserciti e le nostre società affinché diventino più sicuri. In un mondo in cui i microchip sono importanti quanto i missili più recenti, ogni ambito della nostra società e della nostra economia deve impegnarsi per garantire la sicurezza. Dalle solide difese informatiche alla sicurezza delle supply chain. Da una maggiore resilienza a maggiori investimenti in strade, ferrovie e porti per il bene dei nostri piani di difesa”.

Shekerinska ha ricordato poi il recente passaggio di consegne a livello di SACEUR tra il generale Christopher G. Cavoli che “si assicurò che avessimo solidi piani regionali per difendere ogni centimetro del territorio alleato” (Cavoli è l’autore di un piano di 4000 pagine discusso al vertice di Vilnius del 2023 per l’aggiornamento dei comandi e dei preparativi militari della NATO, ndr) al generale Alexus Grynkewich “come nostro nuovo Comandante supremo alleato. Grynkewich ha promosso l’innovazione e sviluppato capacità all’avanguardia per le nostre forze armate. La sua nomina dimostra l’impegno ferreo degli Stati Uniti d’America nei confronti della nostra sicurezza comune”. Per poi aggiungere: “Mentre l’America continua a mettere in campo i suoi talenti migliori e più brillanti al servizio degli Stati Uniti d’America, ma anche al servizio dell’Alleanza. Al Summit abbiamo ascoltato dichiarazioni molto forti da parte della leadership statunitense, del presidente Trump, ma anche dei due segretari e di tutti i rappresentanti. Quanto sono devoti e impegnati nei confronti della NATO e della nostra difesa collettiva. Gli Stati Uniti continuano a schierarsi al fianco dei loro alleati della NATO”.

La Russia – secondo le parole della vicesegretaria generale che delineano chiaramente come l’altro fronte si costituisce – “si sta riarmando più velocemente di quanto molti abbiano immaginato. Grazie alla tecnologia cinese, ai droni iraniani e ai missili nordcoreani, ma anche all’intervento degli uomini di terra. Inoltre, Putin ha dimostrato che non esiterà a ricorrere alla forza militare per raggiungere i suoi obiettivi. Anche la Cina sta portando avanti una massiccia modernizzazione militare. Sta espandendo rapidamente il suo arsenale nucleare, senza alcun vincolo da parte di accordi sul controllo degli armamenti. Sta mostrando i muscoli nel Mar Cinese Meridionale e affinando i suoi strumenti di coercizione economica nell’area euro-atlantica. E mentre tutto questo accade, non possiamo sottovalutare la persistente instabilità in Medio Oriente, la retorica divisiva nei Balcani occidentali”.

Nel suo discorso Shekerinska ha fatto inoltre riferimento la nuovo centro congiunto in Polonia, il cosiddetto JATEC (Centro congiunto NATO-Ucraina per l’analisi, la formazione e l’istruzione) proprio per questo scopo. “Per aiutare l’Ucraina, ma anche, allo stesso modo, per utilizzare l’esperienza acquisita e creare una deterrenza e una difesa più forti. Siamo inoltre determinati a collaborare ancora più strettamente con i nostri partner (Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud), anche nell’ambito della produzione della difesa” ha dichiarato.

“In tutta l’Alleanza, l’industria ha aperto centinaia di nuove linee di produzione e ampliato quelle esistenti” ha aggiunto. “Siamo ormai sulla buona strada per produrre più navi, più aerei e più munizioni di quanto abbiamo fatto negli ultimi decenni. Ma dobbiamo fare ancora di più. Gli alleati della NATO oggi ospitano aziende di difesa di fama mondiale (alcune delle quali sono presenti oggi qui con noi), i migliori ricercatori e gli imprenditori più innovativi. Ma dobbiamo fare queste cose di più, meglio e più velocemente per stimolare una produzione ancora maggiore sia sul lato americano che su quello europeo dell’Atlantico. E, ancora una volta, dobbiamo pensare in modo diverso a come e con chi collaboriamo. Ciò significa collaborare con tutti, dai principali attori della difesa alle start-up civili, per integrare le tecnologie più recenti nella nostra difesa. Ma significa anche lavorare insieme, non solo tra noi dell’Alleanza, ma anche con i nostri partner, dall’Ucraina all’Unione Europea, fino all’Indo-Pacifico. Tutti si sono uniti a noi per il Vertice dell’Aja e abbiamo concordato di fare di più, insieme, anche o soprattutto concentrandoci sulla produzione per la difesa. C’è tanto che possiamo imparare dall’Ucraina e lo stiamo già imparando”.

L’obiettivo è “garantire che le nostre forze possano arrivare nel posto giusto al momento giusto, ma dotate delle giuste capacità” ha spiegato la segretaria generale della Nato. (di Cristina Giuliano)