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Nato, Crosetto: verso l’obiettivo di spesa in difesa al 3,5% del Pil nel 2035

Bruxelles, 5 giu. (askanews) – La richiesta di aumentare la spesa militare dei paesi della Nato fino al 5% del Pil “non è una novità”, perché è una nota richiesta del presidente americano, Donald Trump; ma alla riunione dei ministri della Difesa dell’Allenza, oggi a Bruxelles, la discussione è stata focalizzata piuttosto sugli obiettivi di capacità militare che si considera necessario raggiungere, per poi quantificare quanto costeranno in più rispetto alla spesa attuale: e il risultato, secondo i calcoli del Segretario generale Mark Rutte, è che bisognerà arrivare al 3,5% del Pil. Un obiettivo che però non potrà essere immediato e dovrebbe essere raggiunto entro il 2035, come chiede la Gran Bretagna.

Inoltre, l’Italia non ha ancora deciso se utilizzare o no la clausola di flessibilità del nuovo Patto di stabilità dell’Ue per aumentare, a deficit, la propria spesa per la difesa; la decisione la prenderà il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che però vorrebbe una durata molto più lunga della clausola rispetto ai quattro anni previsti.

E’ quanto ha affermato, in estrema sintesi, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, incontrando la stampa a margine della riunione ministeriale Nato di Bruxelles.

L’obiettivo del 5% del Pil per la spesa militare “non è una novità, nel senso che Trump – ha ricordato Crosetto – l’ha chiesto fin dal giorno in cui si è insediato, perché dice che l’Europa negli ultimi anni, cosa vera, non ha investito in difesa e ha aspettato che lo facessero gli americani e quindi per recuperare il gap che ha accumulato in questi decenni dovrebbe investire il 5%. Oggi – ha riferito – noi abbiamo preferito parlare di capacità che servono alla Nato. Che il Segretario generale Rutte ha quantificato nel 3,5% del Prodotto interno lordo dei Paesi Nato, e ha spostato l’1,5% in capacità che siano più parallele a quelle della difesa. Per cui il tema che ci sarà sul tavolo dei leader a fine giugno, perché i ministri della difesa non decidono ma parlano tecnicamente del problema, sarà quello di un 3,5% del Pil da raggiungere in tempi che variano, secondo le proposte che sono state fatte, per qualcuno domani mattina, per qualcuno nel 2032, e per qualcun altro nel 2035”. “Noi – ha precisato Crosetto – abbiamo sposato la tesi inglese di spostare al 2035 comunque il raggiungimento degli obiettivi di capacità che vengono richiesti, e poi vedremo cosa succederà alla discussione di fine giugno” al vertice della Nato all’Aia.

Quanto alla clausola di flessibilità, ha aggiunto il ministro, “non so se sarà attivata o meno, nel senso che non credo che Giorgetti abbia ancora deciso definitivamente, per il sì o per il no. Anche perché auspicava un cambio delle regole. Lui pensava che questa pausa non potesse valere soltanto per 4-5 anni, ma che per avere un senso dovesse valere almeno 20-30 anni, visto che parliamo di investimenti che non sono per 4-5 anni, ma che durano, come quelli per le difesa, almeno 20-30 anni”.

“Per il resto vedremo. Uno dei problemi che ci siamo posti oggi – ha riferito ancora il ministro – è che non basta in teoria mettere i soldi a bilancio: non esiste una capacità produttiva, ad esempio, per supportare gli investimenti che dovremmo fare nei prossimi anni, perché l’industria di difesa è rimasta quella di tre anni fa. E invece le richieste, e ad esempio il raddoppio di alcuni bilanci nazionali, porterebbero l’industria a raddoppiare la produzione. Ma non è ancora avvenuto, per cui c’è un tema anche industriale, di ritorno industriale degli investimenti in difesa”.

Un tema “che non ci poniamo come governo perché vorremmo comunque che l’investimento nella difesa avesse due obiettivi: il primo è quello di costruire la sicurezza e la difesa italiana, la capacità di deterrenza del nostro paese, sia nazionale sia all’interno dell’Europa e della Nato”; ma pure che questo investimento “abbia un ritorno industriale visibile anche sul prodotto interno lordo, che non sia una spesa che va persa, ma che abbia un moltiplicatore positivo”, ha concluso Crosetto.