Milano, 11 giu. (askanews) – (di Cristina Giuliano) ‘Lascio un Comando che non solo si è trasformato, ma che si è affermato come uno dei principali pilastri della sicurezza dell’Alleanza in Europa, con una responsabilità estesa dal Nord al Centro e all’Est del continente’. A parlare è un italiano, il generale Guglielmo Luigi Miglietta, che sta per completare un incarico prestigioso, come Comandante del Comando Interforze NATO a Brunssum. Aveva assunto l’incarico ‘dal 3 giugno 2022, tre mesi dopo l’invasione Russa in Ucraina, in un momento di trasformazione storica dell’Alleanza, segnato da un ritorno al primato di ‘Deterrenza e Difesa’ tra i Core Tasks e dall’adattamento della postura strategica sul fianco est’, spiega l’alto ufficiale ad askanews. Per poi aggiungere: ‘In questo ruolo ho potuto integrare le esperienze precedenti in un contesto complesso, dinamico e multidominio, in un periodo storico e in un luogo geografico cruciale per la sicurezza euro-atlantica. La responsabilità di guidare uno dei comandi chiave della NATO in un momento così delicato, è stata per me motivo di grande orgoglio e impegno’.
Askanews: Come è cambiato il concetto di deterrenza all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina?
Miglietta: ‘L’invasione russa dell’Ucraina ha rappresentato una frattura netta nel contesto della sicurezza europea, accelerando una revisione del concetto di deterrenza, peraltro già in atto, che riprende i fondamentali dell’Alleanza. In primis il concetto di ‘Deterrenza e Difesa’ come task di prioritaria importanza, rispetto agli altri due: prevenzione e gestione delle crisi e cooperative security’.
Askanews: Può entrare più nel dettaglio?
Miglietta: ‘Siamo passati in breve tempo da un approccio fondato sulla presenza preventiva e limitata, ad una postura avanzata, flessibile e integrata. Questo cambiamento ha richiesto una riorganizzazione sostanziale della struttura di comando e controllo e delle forze dell’Alleanza schierate sul fianco orientale. In primis, la costituzione e la progressiva implementazione di Corpi d’Armata e Divisioni multinazionali, subordinati al JFC Brunssum, capaci di condurre operazioni complesse e rispondere efficacemente a una vasta gamma di minacce, in grado di esercitare il comando sulle unita’ operative. Poi, gli otto Battlegroups esistenti (di cui sei sotto il controllo operativo del JFC Brunssum) sono stati potenziati, trasformandosi progressivamente in unità di livello Brigata, e rappresentano oggi il nucleo iniziale della componente della difesa collettiva della NATO. Questo ha portato a una deterrenza più credibile e articolata, costruita su forze ancora piu’ pronte e integrate che in passato. La NATO ha inoltre adottato i nuovi piani regionali di difesa, approvati dai Paesi Membri e basati su scenari concreti e su una geografia operativa realistica. In parallelo, la transizione della componente operativa a maggior prontezza della NATO, da NATO Response Force (NRF) ad Allied Reaction Force (ARF) ha dotato l’Alleanza di uno strumento ad alta prontezza più flessibile e in grado di operare in contesti multidominio’.
Askanews: L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte dalla Russia è stata anche all’origine di una serie di sviluppi particolarmente significativi. Oggi gli alleati sono 32.
Miglietta: ‘L’adesione di Finlandia e Svezia ha rappresentato un ulteriore elemento di consolidamento della postura di deterrenza dell’Alleanza. Si tratta di due Paesi dotati di capacità militari avanzate, di una profonda conoscenza dell’ambiente operativo nordico e di una chiara determinazione a contribuire alla sicurezza collettiva. Il loro ingresso ha esteso la profondità strategica dell’Alleanza verso nord-est, rafforzando la continuità del dispositivo NATO nell’area baltico-artica, una regione sempre più rilevante dal punto di vista geopolitico e militare. Parallelamente a questa trasformazione ‘fisica’ della Deterrenza, la recente evoluzione delle minacce ibride, che includono attacchi cibernetici, campagne di disinformazione e tentativi di interferenza contro infrastrutture critiche, ha richiesto un approccio sempre più marcatamente multidominio, includendo nelle attivita’ di pianiuficazione e addestrative anche il settore cyber e spaziale. Oggi, la deterrenza non si fonda più unicamente sulla dimensione numerica delle forze, ma sulla resilienza complessiva dell’architettura di difesa, sulla prontezza operativa e sulla coerenza d’azione tra i cinque domini operativi: terra, mare, aria, cyber e spazio’.
Askanews: Prima di Brunssum, ci può spiegare quali altre importanti esperienze ha avuto in ambito NATO durante la sua carriera?
Miglietta: ‘La NATO, da oltre 75 anni, costituisce una presenza costante nella vita professionale di ogni militare dell’Alleanza. Dal 1949 a oggi le forze alleate si addestrano in maniera congiunta e operano in sinergia per mantenere standard elevati di prontezza e interoperabilità. Il mio percorso da Comandante in ambito NATO inizia nel 2000, in Kosovo, con l’Operazione Joint Guardian. All’epoca ero al comando del Gruppo Squadroni della Task Force “Sauro”, dispiegato nella zona di Pec/Peje. Fu una delle prime missioni operative della NATO, dopo il conflitto del 1999 tra le forze della Repubblica Federale di Jugoslavia e l’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK), in un contesto ancora segnato da tensioni etniche e instabilità. Già in quegli anni ho avuto modo di sperimentare, da comandante sul terreno, quanto la presenza non solo delle truppe occidentali, ma della NATO come organizzazione multinazionale fosse cruciale per creare e garantire condizioni di sicurezza, favorire il ritorno alla normalità e ristabilire la fiducia della popolazione locale nelle istituzioni, in un Paese martoriato dalla guerra. Sono poi tornato in Kosovo da agosto 2015 a settembre 2016 in qualità di Comandante di tutto il Contingente NATO dell’operazione KFOR, tuttora una delle operazioni più significative dell’Alleanza e tuttora in corso. In quella veste ho avuto la responsabilità di garantire e mantenere la stabilità della regione, favorire la libera circolazione delle persone e promuovere il dialogo tra le parti, di concerto con le autorità locali, le organizzazioni internazionali e gli attori regionali. È stata un’esperienza difficile, ma anche estremamente gratificante sul piano professionale e umano, ma ho anche potuto constatare come le ripresa di una dinamica democratica civile, dopo un conflitto cruento come quello che ha colpito il Kosovo, sia un processo lungo e complesso. Successivamente, ho assunto il comando del Corpo d’Armata Italiano di Reazione Rapida, il NATO Rapid Deployable Corps – Italy (NRDC-ITA), purtoppo in un periodo funestato dalla pandemia da COVID-19. Durante il mio mandato, il Corpo d’Armata ha svolto una duplice funzione, di supporto alle autorita’ civili per le attività di contenimento della pandemia, e contestualente intrapreso un percorso di sviluppo del ruolo come comando operativo, capace di operare in ambito interforze e multinazionale, nel pieno rispetto degli standard NATO. Il NRDC-ITA è oggi parte integrante della nuova struttura di risposta rapida dell’Alleanza, la Allied Reaction Force (ARF), elemento essenziale della proiezione NATO, ovunque necessario’.
Askanews: Ci può raccontare alcune delle esperienze più significative alla testa del Comando NATO di Brunssum?
Miglietta: ‘L’assunzione del mio incarico al Comando di JFC Brunssum ha coinciso con una fase storica di intensa trasformazione per l’Alleanza e per lo stesso Quartier Generale, nell’immediatezza dello shock provocato dall’invasione russa in Ucraina, che ha riportato la guerra classica, che ritenevamo erroneamente debellata per sempre, nel centro dell’Europa. Fin dal mio arrivo, ho lavorato per imprimere un cambio di passo, che trasformasse il Joint Force Command di Brunssum dal ruolo che aveva svolto per venti anni, cioe’ quello di Comando statico, focalizzato su missioni di Peace Support come quella in Afghanistan, a quello di Multidomain Joint Warfighting Headquarters, pienamente integrato nelle dinamiche operative moderne che la NATO si trovava ad affrontare. Un momento centrale di questa trasformazione è stata la pianificazione e condotta della Esercitazione “Steadfast Defender 24”, la più grande della NATO dagli anni novanta, con oltre 90.000 uomini e donne da 32 Paesi impegnati su gran parte del continente europeo. L’esercitazione ha testato la nostra capacità di mobilitazione rapida, di proiezione delle forze in un contesto euro-atlantico, di coordinamento ed interoperabilità su vasta scala, con implicazioni concrete per l’attuazione dei nuovi Piani di Difesa regionali, redatti dal JFC Brunssum e approvati dai Paesi Membri. Parallelamente, JFC Brunssum ha concepito e condotto numerose Vigilance Activities, operazioni specifiche per incermentare gli effetti di Deterrenza nei confronti di potenziali minacci, di qualsiasi natura, entita’ e provenienti da qualsiasi dominio operativo. Su tuttte la “Baltic Sentry”, ancora in corso, mirata alla protezione delle infrastrutture critiche nel Mar Baltico, e altre operazioni che dimostrano ogni giorno la nostra prontezza. Il Comando ha inoltre ospitato importanti momenti di confronto strategico, come la conferenza con i Capi di Stato Maggiore della Difesa (CHODs) dei Paesi insistenti nell’area di responsabilità e l’incontro con gli Ambasciatori NATO, che hanno rafforzato il dialogo tra livello politico e militare e garantito la coesione necessaria per le decisioni operative. Questi momenti di coordinamento sono essenziali per assicurare che l’azione sul terreno sia allineata con le priorità dell’Alleanza’.
Askanews: Come si è trasformato JFC Brunssum in questi anni?
Miglietta: ‘Oggi, JFC Brunssum è in grado di condurre operazioni complesse, su scala multinazionale e multidominio, garantendo una catena di comando efficace e integrata dal livello tattico a quello strategico. Abbiamo costruito una struttura solida, capace di gestire scenari ad alta intensità e di rispondere alle minacce emergenti in modo flessibile e credibile. Lascio un Comando che non solo si è trasformato, ma che si è affermato come uno dei principali pilastri della sicurezza dell’Alleanza in Europa, con una responsabilità estesa dal Nord al Centro e all’Est del continente. Un Comando che oggi esprime pienamente il proprio potenziale e che continuerà a svolgere un ruolo decisivo per la stabilità e la sicurezza euro-atlantica’.