L’Aia, 25 giu. (askanews) – Mark Rutte non crede che la Spagna possa effettivamente rispettare gli accordi presi al vertice Nato senza investire molti più soldi nella difesa. I 32 Paesi membri (Madrid compresa) hanno concordato che almeno il 3,5% dell’economia debba essere investito nelle forze armate, ma il Primo Ministro Pedro Sanchez ritiene di poterselo permettere con circa il 2%. “Guardate, la Spagna ha appena firmato una dichiarazione”, ha detto il Segretario Generale della NATO dopo il vertice dell’Aia. Secondo Rutte, il 3,5% è stato scelto perché “secondo tutti” quella cifra è necessaria per rafforzare a sufficienza le forze armate.
Nel frattempo, prima di ripartire alla volta di Washington Dc Donald Trump proprio dal summit minaccia di far “pagare” alla Spagna l’opposizione all’aumento della spesa per la difesa al 5% del Pil (3,5% in difesa core oltre a un 1,5% in infrastrutture). “Mi piace la Spagna. È un posto fantastico, con gente fantastica. Ma la Spagna è l’unico Paese che si rifiuta di pagare”, ha detto il tycoon, promettendo che per questo il Paese iberico sarà punito a suon di dazi e che negozierà con Madrid per farla pagare.
La Spagna ha speso l’1,4% del PIL per la difesa nel 2024 e ha affermato, attraverso il suo premier Pedro Sanchez, che sarà quasi impossibile per lei raggiungere l’obiettivo del 5%, protestando prima di inizio vertice. Anche se alla fine ha concordato con tutti gli altri 31 stati membri proprio sull’obiettivo del 5%.
Formalmente quindi gli spagnoli non hanno ottenuto alcuna deroga sul 5% di spese da destinare alla difesa. A far fede è il comunicato di una pagina del vertice Nato dell’Aia e non i tweet del premier spagnolo, aveva detto una fonte ad askanews prima dell’uscita del comunicato, arrivato dopo serrati negoziati che hanno preceduto il vertice.
Nel documento sono presenti “enormi elementi di flessibilità”, fa notare la fonte, oltre alla deroga al 2035 per arrivare al 5% del Pil, il no a incrementi annuali predeterminati, la revisione degli impegni al 2029 e ancora la grande flessibilità dell’1,5% di investimenti solo indirettamente collegabili alla difesa, come infrastrutture o sicurezza informatica. La flessibilità – ha precisato la fonte – è sul “come” si intende in maniera sovrana aumentare le spese, ma gli obiettivi restano. Ma intanto Sanchez ha potuto rivendicare, a prezzo di qualche ambiguità – qualcuno dice, a uso politico interno – di non essersi “piegato”; Trump dal canto suo ha potuto comunque fare la voce grossa, minacciando di punire la Spagna perché non permetterà “un giro gratis” a spese dell’Alleanza.