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Nato,Crosetto: aumento spesa Difesa per futuro dei nostri figli

Bruxelles, 13 feb. (askanews) – Indipendentemente dalla disputa sulle percentuali del Pil da dedicare alla spesa militare, la questione non è di prendere “un impegno perché ce lo chiede la Nato”, ma “l’impegno per garantire a noi stessi la nostra sicurezza” qui in Europa; anche di fronte al relativo disimpegno degli Stati Uniti, che si stanno concentrando sempre più sui loro interessi nella regione Indopacifica e sul confronto geopolitico con la Cina. Per questo, “bisognerà avviare una discussione in Italia” su questi temi “che non vanno strumentalizzati politicamente” perché non riguardano solo la maggioranza di governo, ma l’interesse nazionale e “il futuro dei nostri figli”.

Lo ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, oggi a Bruxelles, parlando con la stampa a margine della riunione ministeriale Difesa della Nato.

Durante la discussione della ministeriale, ha detto Crosetto, “non sono stato molto colpito dall’intervento del capo del Pentagono”, Pete Hegseth, “perché ha ripetuto le cose che Trump ha detto in campagna elettorale, che quindi io mi aspettavo”.

“Trump – ha ricordato il ministro della Difesa – ha continuato in campagna elettorale a dire le cose che aveva già iniziato a dire nel suo precedente mandato, cioè che la Nato non era un’organizzazione che poteva basarsi soltanto sugli Stati Uniti, ma che tutti i membri della Nato dovevano partecipare a costruire la loro sicurezza, che gli Stati Uniti non erano più disposti a pagare per garantire sicurezza e deterrenza degli altri paesi aderenti all’Alleanza”. E oggi Hegseth “ci ha ribadito questo”.

“Per cui – ha continuato Crosetto – l’impegno del 2%” del Pil di ogni paese alleato da impegnare nella spesa militare, “ormai è ampiamente superato”. Il segretario di Stato Usa alla Difesa “ci ha ribadito che la richiesta di Trump sarà al 5%. E noi abbiamo ribadito che per molti Paesi è impossibile pensare di raggiungere un obiettivo di questo tipo”.

“L’obiettivo che dobbiamo raggiungere – ha spiegato il ministro – è l’impegno sulle capacità che abbiamo promesso alla Nato. La Nato costruisce la sua capacità di difesa e deterrenza sulle capacità che ogni paese dà. Noi dobbiamo assicurare, come prima fase, quelle capacità. E contestualmente, come fa ogni paese, bisogna pensare alla propria sicurezza. E questo è un impegno che va oltre il 2%, non c’è bisogno che ce lo dica Trump, non c’è bisogno che ce lo dica nessuno”. Il 2% è l’impegno formale che era stato preso anni fa dagli alleati, e che alcuni paesi, tra cui l’Italia, non hanno ancora raggiunto.

“Probabilmente a fine giugno del prossimo anno, quando si riunirà la Nato (un vertice dei leader è previsto a L’Aia dal 24 all’26 giugno, ndr) ci sarà un’ulteriore proposta che non sarà più sicuramente il 2%, e neanche il 2,5%. Si parla di oltre il 3% e trova concorde quasi tutti i paesi”. Comunque, ha puntualizzato Crosetto, “noi chiaramente non abbiamo preso impegni perché non era il luogo per discutere” la questione.

“Ciò che dobbiamo invece sapere, avere ben chiaro e imparare a fare – ha sottolineato a questo punto il ministro -, è che la sicurezza dell’Europa e di ogni nostra nazione dovremmo assicurarla a noi. Siamo stati abituati per decenni a non investire in difesa perché ci pensavano gli Stati Uniti, a non avere capacità di deterrenza perché tanto c’erano gli Stati Uniti”.

Dal capo del Pentagono “ci è stato ribadito, e io l’avevo già capito da anni e spero lo capiscano tutti – ha aggiunto Crosetto -, che gli Stati Uniti ritengono la Cina un concorrente che nei prossimi anni li costringerà a spostare le loro attenzioni sull’Indo-Pacifico”.

Hegseth, ha riferito ancora il ministro, “ci ha ricordato oggi che gli Usa hanno speso e investito in Ucraina sette volte quello che gli serve per i Marines ogni anno; e che loro devono garantire innanzitutto, come Trump ha detto in campagna elettorale, la sicurezza degli interessi americani sia in patria che nel mondo. Per cui ha invitato l’Europa a prendersi sulle spalle la responsabilità della propria difesa di sicurezza. Cosa chiara che dovremmo fare. Alcuni paesi hanno già iniziato; noi” come Italia “siamo più in difficoltà, perché siamo all’1,57 per cento. E se pensate di dover arrivare alle cifre di cui parlavamo prima, ne viene un grande sforzo economico”.

“Ma quello che noi dobbiamo porci – ha sottolineato Crosetto – non è un impegno perché ce lo chiede la Nato, ripeto, è l’impegno per garantire a noi stessi la nostra sicurezza. Io la vedo in questo modo. Bisognerà avviare una discussione in Italia; questi sono temi che non vanno strumentalizzati, e io vorrei che su temi di questo tipo non si facesse strumentalizzazione politica. Non sono temi di Crosetto o di questa maggioranza: sono temi dell’Italia e riguardano il futuro dei nostri figli, più che il nostro”, ha concluso il ministro della Difesa.