Ventotene, 13 set. (askanews) – Il 75% del popolo russo è a favore dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina ed esiste in Russia un’opposizione al governo di Vladimir Putin; per questo le sanzioni europee dovrebbero essere rivolte esclusivamente contro Putin e i suoi oligarchi e non in maniera indiscriminata nei confronti di tutti i cittadini russi.
A sostenere questo approccio è la moglie dell’oppositore politico Aleksej Navalnyj morto in un carcere siberiano il 16 febbraio 2024, intervistata da Maurizio Molinari ieri sera alla Prima conferenza europea di Ventotene per la libertà e la democrazia, un momento di discussione promosso dal Parlamento europeo.
L’OPPOSIZIONE POLITICA IN RUSSIA OGGI Yulia Navalnaya, presidente della Fondazione Anticorruzione ha illustrato al pubblico accorso al Belvedere Granili di Ventotene, le difficoltà che la popolazione russa è costretta a vivere quotidianamente. Secondo quanto affermato da Navalnaya, è molto complicato per un europeo comprendere quanto sia difficile vivere in luogo in cui puoi essere arrestato senza comprovate motivazioni.
“(I russi, ndr) hanno bisogno del nostro supporto perché loro vivono sotto pressione, loro possono essere reclusi in prigione per nulla”, ha dichiarato Navalnaya, portando come esempio il marito il quale, ha spiegato al pubblico, “è stato imprigionato senza aver fatto nulla” per molti anni.
Questo clima di intimidazione e paura, ha proseguito Navalnaya, genera molta preoccupazione tra i russi, i quali, temendo per la propria vita, cercano di non esporsi troppo. Ciononostante, esistono uomini e donne russi, ha affermato Navalnaya, che non si arrendono al presente e continuano a lottare contro il regime di Putin e contro la sua propaganda. Il suo compito, ha voluto assicurare Navalnaya, è proprio quello di “dare voce a tutti coloro che si oppongono al regime di Putin”.
Una voce discorde rispetto alla vulgata del Cremlino che, ha fatto notare Navalnaya, è promossa dagli organi di propaganda russi, tenendo in pungo l’opinione pubblica moscovita tramite un accurato e minuzioso utilizzo della televisione. “La televisione russa è un utile strumento di propaganda” per il governo di Mosca, ha asserito Navalnaya, precisando che “naturalmente in molti paesi succede questo, ma in Russia funziona molto bene”.
Tutto questo, ha voluto precisare la presidente della Fondazione Anticorruzione, non significa “che io sia seduta qui a dire che nessuno in Russia sostenga Putin, certamente ci sono persone in Russia che supportano Putin”, ma – ha proseguito Navalnaya – “voi vivete in uno stato democratico, voi sapete come funziona, nessuno può ottenere l’80% dei voti in elezioni oneste”.
LA PERCEZIONE DELLA GUERRA IN RUSSIA In Russia non è semplice parlare apertamente delle proprie idee, né è possibile esprimersi liberamente in merito alla guerra in corso. Tuttavia, gli analisti della Fondazione presieduta da Navalnaya, hanno sviluppato un questionario dal quale è risultato che il “75% della popolazione russa è a favore dei negoziati” per porre fine alla guerra con l’Ucraina.
“Chiaramente non abbiamo potuto chiedere ai cittadini direttamente se loro supportano la guerra oppure no, questo non è possibile”, ha esposto Navalnaya, “ma abbiamo chiesto loro un’opinione in merito ai negoziati e dalla nostra ricerca – che reputiamo abbastanza affidabile – è emerso che il 75% della popolazione russa supporta i negoziati”.
Da un’altra ricerca portata avanti dalla Fondazione Anticorruzione, ha argomentato Navalnaya, si è altresì potuto appurare che, a fronte di una domanda nella quale è stato chiesto quale potrebbe essere il modo migliore per allocare risorse extra del budget governativo, la risposta del campione della popolazione presa in esame è stata quella di investire “la maggior parte del denaro in salute, in educazione” e “solo l’8%” ha detto di voler porre il denaro in più nel settore bellico.
ESSERE DENTRO LA TESTA DI PUTIN Comprendere i desideri del leader del Cremlino non è semplice. Neanche in un momento storico in cui Washington si è dimostrata particolarmente sensibile alle rivendicazioni di Mosca, Putin sembra voler retrocedere dalla propria volontà di proseguire la guerra nei confronti dell’Ucraina. Tantopiù che, dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte di diciannove droni russi, in molti ipotizzano che il prossimo passo possa essere quello di aprire un nuovo fronte in Europa.
In merito a queste ipotesi, Navalnaya ha rappresentato alla platea che secondo lei “Putin non vuole andare oltre l’Ucraina”, ma la sua volontà è quella di essere al centro del dibattito internazionale, di dimostrare la propria forza.
“Putin non vuole vincere o perdere, lui vuole solo continuare la sua guerra”, ha affermato Navalnaya, spiegando che il leader del Cremlino non è “speciale”, è un classico “dittatore che è partito con la corruzione, ha poi utilizzato la repressione e ora avvelena i propri avversari politici”. Il suo desiderio principale, ha osservato l’oppositrice, è quello di “mostrare al mondo la sua forza”.
“Nessuno sa cosa ha realmente in mente Putin”, ha detto Navalnaya, “ma quello che so è che lui si gode il momento”, “lui vuole che tutto il mondo parli di lui adesso”.
Proprio per queste ragioni, la stretta di mano in Alaska tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, ha osservato la leader dell’opposizione russa, ha rappresentato per lui un “atto di legittimazione” politica.
IL RUOLO DELL’EUROPA Secondo Navalnaya, l’Unione Europea, per contribuire attivamente al processo di pace nel conflitto che si svolge ai suoi confini orientali, deve continuare a esercitare pressione su Mosca.
Tuttavia, sottolinea che le sanzioni non dovrebbero colpire indiscriminatamente tutti i cittadini russi, ma dovrebbero essere indirizzate in modo mirato esclusivamente contro l'”inner circle” di Putin.
“(L’Unione europea, ndr) deve mettere più pressione personale e politica nei confronti di Putin e penso sia molto importante anche distinguere tra Putin e la Russia, perché ora lui è chiamato presidente della Russia ma non lo sarà per sempre”, ha puntualizzato la leader dell’opposizione.
Proprio su questa distinzione, nei giorni scorsi la Fondazione Anticorruzione ha inviato una lettera indirizzata all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas, esponendo a Bruxelles le proprie perplessità in merito alla possibilità che il 19° pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca potesse contenere un divieto generalizzato al rilascio di visti turistici per i cittadini russi.
Secondo la Fondazione questa soluzione risulterebbe essere “un grave errore”. Le sanzioni infatti, come ribadito anche da Yulia Navalnaya, dovrebbero colpire in modo mirato gli oligarchi, i funzionari della sicurezza, i propagandisti e gli altri complici del regime, non i comuni cittadini.
“Vladimir Putin non è tutta la Russia”, conclude la Fondazione, riaffermando una distinzione che Navalnaya ha espresso con veemenza dal palco di Ventotene.