Il WWF Italia accoglie con soddisfazione e speranza i risultati del monitoraggio delle femmine con cuccioli, che ogni anno il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) svolge sulla popolazione di Orso bruno marsicano.
Come riportato dal Parco “Sono almeno 4 le femmine che si sono riprodotte nel 2018 e 11 i cuccioli contati in totale”. Un dato importantissimo e che fa ben sperare, soprattutto se si considera che nell’anno appena passato è stata registrata la riproduzione di una femmina e la nascita di 3 cuccioli anche al di fuori dell’areale centrale della specie, tra il parco Nazionale della Majella e la Riserva del Monte Genzana.
Queste notizie confermano un buon tasso riproduttivo della popolazione appenninica (per il terzo anno consecutivo sono nati più di 10 cuccioli di orso) e sottolineano ancor più come il reale problema per l’orso non sia la disponibilità di risorse per il suo nutrimento e la produttività, ma l’elevatissima mortalità di origine antropica: tra il 2007 e il 2018 sono morte 15 femmine, di cui 10 in età riproduttiva. Questo pericoloso trend è confermato anche dal drammatico evento del novembre scorso in cui, a Villavallelonga (AQ), una delle femmine e i suoi due cuccioli sono morti affogati in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana di alta quota, mai messa in sicurezza nemmeno dopo la morte di altri due orsi nel 2010, sempre nello stesso luogo. Incuria e immobilismo degli enti preposti sono inaccettabili quando è in gioco la sopravvivenza di una popolazione di orso ormai ad un passo dall’estinzione (si stima la presenza di circa 50 orsi nell’areale appenninico).
Per la salvezza della esigua popolazione di orsi sull’Appennino, secondo il WWF è doveroso lavorare sodo per la riduzione delle cause di mortalità quali bracconaggio, investimenti e morti accidentali e per aumentare la connettività tra le aree naturali protette potenzialmente idonee alla presenza di questa specie, in modo da permettere la crescita numerica della popolazione e la sua espansione in altre aree appenniniche.
A tal proposito, sono fondamentali anche azioni come quella svolta dalla Regione Molise e dai Carabinieri forestali di Isernia a dicembre scorso, quando su sollecitazione del WWF è stata messa in sicurezza una vasca antincendio situata nella Foresta Demaniale “Monte Capraro” in agro del Comune di San Pietro Avellana (IS).
La lotta al bracconaggio, la mitigazione dell’impatto delle attività umane e la messa in sicurezza di elementi a rischio per l’incolumità degli orsi sono passi fondamentali per garantire un futuro alla popolazione di orso più rara del pianeta.