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sabato, 10 Maggio, 2025
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“Nell’unico Cristo siamo uno”: il sogno agostiniano di Papa Leone XIV

Nel motto del nuovo Papa - In Illo unum uno - riecheggia la visione di Agostino: una Chiesa riconciliata, unita nel Cristo vivente, chiamata a camminare insieme come segno profetico di pace e comunione.

Con la scelta del motto In Illo unum uno – Nell’unico Cristo siamo uno -, Papa Leone XIV ha indicato sin dal primo giorno il cuore pulsante del suo pontificato. Parole ispirate a sant’Agostino, che non rappresentano solo un omaggio al vescovo di Ippona, ma il segno concreto di una visione ecclesiale: quella di una Chiesa riconciliata, unita, che si riscopre corpo vivo in Cristo. In un tempo segnato da fratture, polarizzazioni e conflitti – dentro e fuori le mura della Chiesa – questa frase risuona come un richiamo forte all’essenziale.

Leone XIV è un papa agostiniano. Non solo per formazione o spiritualità, ma per mentalità: come Agostino, è un uomo che cerca l’unità attraverso la verità e la carità. Nelle sue prime uscite ha più volte richiamato l’urgenza di tornare al cuore del Vangelo, laddove ogni barriera – culturale, teologica, sociale – trova senso e compimento nell’incontro con Cristo. E non un Cristo astratto, ma il Cristo vivente, che unisce ciò che era diviso, che riconcilia ciò che sembrava perduto. Ieri, nella omelia della sua prima Messa da pontefice, celebrata nella Cappella Sistina, ha affermato di voler riportare la fede in Gesù, Figlio del Dio vivente, contro una visione che lo riduce a “leader carismatico o superuomo”, diffusa anche “tra molti battezzati che finiscono col vivere un ateismo di fatto”.

Nel pensiero di Agostino, la Chiesa è il Corpus Christi totus, il Cristo totale, formato dal Capo e dalle membra. Non si può amare Cristo senza amare la Chiesa, e non si può amare la Chiesa se non si è disposti a fare comunione. In questo senso, il messaggio di Leone XIV è chiaro: il nostro essere cristiani non è mai solo individuale, ma sempre inserito in una trama di relazioni. “Siamo uno” – non per nostra capacità, ma perché in Cristo siamo stati fatti uno.

Questa visione si riflette anche nell’idea di pace, da lui espressa fin dal primo saluto dalla Loggia delle Benedizioni: la pace del Cristo Risorto. Non una pace diplomatica o meramente istituzionale, ma una pace che nasce dalla giustizia e cresce nella carità. È anche la pace agostiniana, intesa come tranquillitas ordinis, ovvero armonia tra le parti secondo una relazione giusta. Per Leone XIV, la pace è frutto di un ordine spirituale in cui Dio è al centro, e tutto il resto trova il suo posto: l’uomo, la società, le nazioni.

In questa prospettiva si comprende anche il suo desiderio di una Chiesa sinodale: non un semplice metodo organizzativo, ma un cammino condiviso, dove ciascuno è ascoltato e riconosciuto. Il Papa invita l’intera Chiesa a essere una famiglia che cammina insieme, porta i pesi gli uni degli altri, e cerca insieme la volontà di Dio. Nell’unico Cristo siamo uno: è la sintesi di una teologia incarnata, di un desiderio di comunione che parte dal cuore di Dio e si riflette nel volto dell’altro.

Leone XIV esorta a un impegno personale con Dio, in un “quotidiano cammino di conversione”, e si rivolge alla Chiesa perché viva l’“appartenenza al Signore”, porti “a tutti la Buona Notizia” e sia “sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo”. È un sogno agostiniano che diventa proposta pastorale, visione ecclesiale, profezia per il nostro tempo.