Milano, 21 ago. (askanews) – Gli azionisti di Mediobanca bocciano l’offerta su Banca Generali e stoppano i piani di Alberto Nagel, che avrebbe voluto scambiare il 13,2% di assicurazioni Generali con la totalità delle azioni di Banca Generali. L’offerta da 6,3 miliardi, presentata al mercato il 28 aprile, decade.
Il passaggio in assemblea, necessario perché Mediobanca è a sua volta sotto Ops da parte di Montepaschi di Siena, è stato fatale: Nagel aveva bisogno della maggioranza assoluta dei presenti per vincere, ma i favorevoli si sono fermati al 35% del capitale, meno della metà del 78% che ha consegnato le azioni al rappresentante designato per la conta. Il fronte dei contrari e degli astenuti ha raccolto il 42%: il 10%, sostanzialmente il gruppo Caltagirone, ha detto no; mentre il 32% si è astenuto, tra il 20% di Delfin, il 5% degli enti previdenziali come Enasarco, Enpam e Cassa Forense, il 3% di investitori istituzionali come Amundi, Anima e Tages, il 2% di Edizione e il 2% di Unicredit.
Per Nagel si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo” il loro ruolo “relativo ad altre situazioni-asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca. Risulta evidente dal voto – sostiene il ceo – che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore, in linea con le raccomandazioni dei proxy advisors internazionali”. La stoccata è per la famiglia Caltagirone e per la Delfin degli eredi Del Vecchio, entrambi scettici sull’operazione e sostenitori dell’offerta di Mps su Mediobanca che scadrà l’8 settembre.
Quella di Siena, secondo Nagel, continua a essere un’offerta non adeguata. In Mediobanca, fa sapere l’amministratore delegato, “continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro Piano convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”. Anche se resta il rammarico per la chiusura all’integrazione di Mediobanca e Banca Generali: “Un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra banca e del sistema finanziario italiano, come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un Wealth Manager di respiro internazionale”.