“Non torneranno più”. I Negrita e i sotterranei dell’anima rock.

La rock band, forse la più alternativa del momento, si lascia trascinare nei labirinti del pensiero critico, attraverso la riflessione junghiana e l’elaborazione della visione del Mondo che vorremmo.

Non torneranno più le mille notti in bianco, la gioventù al mio fianco, Roby Baggio e lautostop. Non torneranno più i miei vecchi polmoni, la naia tra…scioperi e università”. Sono le parole di Pau, vox della rock band italiana forse più “alternativa” del momento e degli ultimi anni.

I Negrita si lasciano trascinare nei labirinti del pensiero critico, attraverso la riflessione junghiana e l’elaborazione della visione del Mondo che vorremmo. Non torneranno più gli amori di unestate, le lingue consumate, gli occhi rossi e Kurt Cobain. Non torneranno più i giorni da buttare”. In questo straordinario testo (“Non torneranno più”), i Negrita rievocano connessioni, seduzioni e memorie della nostra rampante gioventù che rimane vitale e speranzosa. Sono “network emozionali da palcoscenico”, con sempre uno sguardo al futuro mentre l’oggi scorre e si confonde con gli errori di ieri.

E qui c’è l’energia musicale di testi che diventano paradigmi dell’attivismo e della partecipazione. Rimane l’auspicio che la musica, i testi e il rock di questo gruppo musicale facciano del nostro agire quotidiano un capolavoro di speranza. “Io guardo sempre avanti, ho sogni più arroganti ma oggi no, lasciatemi i miei santi, nel giorno dei rimpianti, ore che il cielo è meno blu, perché non ci sei tu”.

Il testo nella sonorità armonica di Pau è guardare oltre, vedere, ascoltare le melodie del vivere quotidiano che arriva o meglio ritorna dal futuro. Senza discese nei sotterranei dell’anima, ma solo energie di riscatto tra soggettività sociale e oggettiva, reale presa di coscienza dell’essere nel grande game delle relazioni autentiche tra le persone. Io guardo sempre avanti, ho sogni più arroganti”.

La loro musica, il nostro impegno.