Carissimi, ha ragione il nostro amico Nino Labate a deprecare le numerologia sanremese. 

Bravo Nino! 

Sì, è vero, il 20 per cento degli italiani ha visto il Festival della canzone italiana facendo gongolare di gioia la dirigenza della Rai. Ma l’altro 80 per cento di connazionali? Gente apota, non l’ha bevuta: s’è messa a fare altro anziché fare la ola davanti ad Amadeus.

Certo, questa leziosa capacità di rovesciamento dei numeri gioca pure qualche brutto scherzo. Mi corre l’obbligo, dinanzi ai miei confratelli, di riferire il cruccio di Mario Adinolfi, l’inventore del Popolo della famiglia. 

Colpa mia! Mi sono lasciato andare e ho fatto un ragionamento labatiano. “Caro Mario, gli ho detto l’altro giorno, ti presenti ancora candidato e sfidi quella brava persona di Gualtieri. Uno del Pd che non vende sogni ma solide realtà (parola di Carlino). Ma perché lo fai?”.

Risposta ardimentosa: “Per animare una speranza”.

Ecco, è sempre tempo di testimonianza e al suo cospetto, da chierico, m’inchino. Non c’è dubbio che in politica serve oggi come il pane un ingaggio per testimonianza.

Qui però mi sono perso. Ho compulsato le tabelline elettorali e sciaguratamente ho inflitto un’ingiusta punizione al mio amico ardimentoso.

“Grosso modo, caro Mario, il 99,8 per cento degli elettori non è d’accordo con te”.

M’è sfuggito, davvero, e c’è rimasto male. Il suo cruccio mi addolora, come pure questa mia biasimevole  passione per i numeri.

Devo confessarmi!