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sabato, 15 Novembre, 2025
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Nuova era atomica, futuro inquieto

Le minacce, i test, i trattati in bilico: perché l’equilibrio nucleare mondiale è di nuovo a rischio. Si sta parlando, né più né meno, della distruzione del pianeta.

L’ombra lunga delle minacce atomiche

Le insistite e velate minacce di ricorso all’arma nucleare che in questi anni di guerra in Ucraina i vertici politici russi hanno rivolto all’Occidente sono sin qui state derubricate a veicoli mediatici utili nel conflitto psicologico, che come tutti gli esperti di queste cose sanno bene è importante quasi quanto quello militare. Resta il fatto, però, che ove si faccia mente locale sul loro potenziale distruttivo si rimane terrorizzati. Perché si sta parlando, né più né meno, della distruzione del pianeta. Anche quando il riferimento è alle c.d. “armi nucleari tattiche”, limitate a circoscritte porzioni di territorio, in realtà non si può negare che il loro primo utilizzo provocherebbe una inevitabile reazione almeno di pari impatto, e quando una guerra la si comincia non si sa mai come e quando sia destinata a finire…

Trump, Putin e la spirale dei test

Ecco allora che la recente dichiarazione di Trump relativa ad una probabile ripresa da parte statunitense dei test nucleari, indipendentemente dalle vere ragioni per le quali è stata fatta alla vigilia del suo incontro con Xi Jinping, ha ri-allarmato chiunque segua con un minimo di attenzione un tema così delicato e inquietante.

Probabilmente – questa la tesi più accreditata – Trump ha voluto reagire al muscolare annuncio di Putin sul positivo risultato dei test effettuati dalla Russia con i nuovi missili da crociera Burevestnik dotati di testate nucleari e soprattutto col siluro sottomarino a propulsione atomica Poseidon, che sarebbe in grado di attaccare direttamente gli Stati Uniti dopo aver attraversato tutto l’Oceano Pacifico. E ha voluto altresì inviare un messaggio pure alla Cina, che negli ultimi anni non solo ha accresciuto in modo esponenziale la propria dotazione militare, soprattutto navale, ma pure ha incrementato significativamente il proprio arsenale atomico, del quale ha in previsione un’ulteriore crescita.

Trattati fragili e nuovi rischi geopolitici

Al momento si sta agendo sulle dotazioni nucleari – e questo, come vedremo fra poco, comporta seri rischi per il Trattato di Non Proliferazione Nucleare – ma non si sta intaccando il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari firmato nel 1996 (CTBT, Comprehensive Nuclear-Test Ban Treaty) del quale la Russia nel 2023 (l’anno non è casuale, come si evince con facilità) ha revocato la ratifica, però. Un trattato sottoscritto da 187 paesi ma notoriamente non ratificato da 9 di questi (fra cui USA, Cina, Iran, Israele) e invece non firmato da Corea del Nord, India e Pakistan.

Ora, non è chiaro se Trump alludesse a test su sistemi d’arma con potenzialità nucleari, senza esplosioni, oppure a test completi, abbandonati sin dal 1992 dagli Stati Uniti e dal 1998 da qualunque paese al mondo, con l’unica eccezione della solita Corea del Nord. Ma è perfettamente chiaro che se davvero Washington riprendesse i test nucleari in modo “completo”, Russia e Cina non starebbero a guardare. Con le implicazioni ambientali inevitabili e con la ripresa di una escalation propedeutica all’abbandono anche del New Start, il trattato sulla riduzione delle armi nucleari strategiche firmato da Russia e Stati Uniti nel 2010 che è in scadenza il prossimo febbraio.

La lenta erosione dell’architettura del disarmo

Purtroppo da quando gli USA, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, si ritirarono nel 2002 dal trattato anti-missili balistici del 1972 (Anti Balistic Missile – ABM) nell’ambito della politica del presidente Bush contro gli “stati canaglia”, è stato sancito il principio per il quale è possibile abbandonare unilateralmente questi accordi tanto importanti per il destino dell’umanità. Ed infatti successivamente gli Stati Uniti durante il primo mandato di Donald Trump si ritirarono prima dal Joint Comprehensive Plan of Action (JcpoA), l’accordo con l’Iran, e dopo dal Trattato sulle Forze Nucleari a Medio Raggio del 1987 (Intermediate-Range Nuclear Forces – INF) che per la verità già la Russia non rispettava.

Insomma una condizione generale che rischia di mettere in discussione perfino il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (Non-Proliferation Treaty – NPT) sottoscritto nel mitico 1968 e poi entrato in vigore nel 1970. L’intesa prevedeva (e tuttora prevede) che i paesi non dotati dell’arma nucleare si impegnano a non provvedere in tal senso a patto che gli altri (solo i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU al tempo della firma, ora qualcuno di più come è noto) controllino e riducano le loro dotazioni, oltre ad abolire i test.

Stiamo entrando, c’è da temere, in una nuova era atomica.