Il quadro che emerge dal voto, al netto di possibili oscillazioni — pur modeste — nell’attribuzione finale dei seggi, indica con chiarezza una svolta politica nei Paesi Bassi: vince l’area di centro liberale e progresdista, mentre arretrano ultradestra e socialisti.
Una svolta nel cuore d’Europa
I liberal di D66, guidati da Rob Jetten, si affermano come primo partito, incarnando un riformismo pragmatico e riformatore che ha saputo parlare al Paese reale, soprattutto alle nuove generazioni.
La forza di questo risultato sta nella proposta di un ambientalismo responsabile, capace di coniugare sostenibilità e competitività economica, insieme a un approccio razionale al tema dell’immigrazione, fondato su inclusione e responsabilità. D66 ha rappresentato per molti elettori, giovani in particolare, l’alternativa credibile a una destra nazionalista logorata e a una sinistra incapace di rinnovarsi.
Il vento neo-europeista dei giovani
Sul fronte cristiano-democratico, il CDA, membro del Partito Popolare Europeo, registra un risultato stabile, segno di una tradizione che resiste nel tessuto civico del Paese. Anche questo contribuisce a rafforzare il profilo di un’Olanda che si getta alle spalle l’estremismo della destra nazionalista e xenifoba.
Ma la spinta decisiva è venuta appubto dal voto giovanile, che ha premiato la serietà dei programmi e la visione europeista di lungo periodo. Il successo di Jetten (D66) rilancia l’idea di un centro dinamico, europeista e progressista, in grado di rinnovare l’immagine stessa dell’Olanda nel contesto dell’Unione. Come ha dichiarato lo stesso leader:
Bruxelles può brindare
“Il voto dimostra – ha detto a tarda sera Jetten – che c’è un’ampia maggioranza di partiti politici più europeisti e desiderosi di collaborare con i nostri partner europei, e che è possibile sconfiggere i movimenti populisti e l’estrema destra.”
Bisognerà attendere qualche settimana o qualche mese per conoscere la composizione del nuovo governo, ma intanto si profila il riallineamento dei Paesi Bassi alla politica di sostegno al processo di sviluppo e integrazione dell’Europa. A Bruxelles si può brindare.

