15.4 C
Roma
martedì, 25 Novembre, 2025
Home GiornaleOrnella Vanoni, un attimo senza fine

Ornella Vanoni, un attimo senza fine

Tra palco e silenzio, Ornella Vanoni ha dato forma a ciò che sfugge: l’amore che brucia e consola, la bellezza provvisoria dell’attimo e la nostalgia inesausta di un tempo che non passa.

Ornella Vanoni ha interpretato e, ancor meglio, incarnato l’amore e l’essere donna, nella vita come nei brani musicali o in teatro.

Caducità ed eternità

Con i suoi lineamenti delicati, non era certo l’icona della donna procace, eppure, con il corpo e con la voce, trasmetteva una sensualità fine e profonda, a tratti malinconica. Nella vita come nei testi che ha così mirabilmente interpretato, poi, esprimeva, al tempo stesso, il carattere provvisorio e caduco delle vicende e dei sentimenti umani e l’anelito verso l’eternità: «No così non va / io cerco un uomo che mi dia l’eternità». Titolo del brano, appunto: «Per l’eternità». Proprio lì si situa il dramma dell’amore, il senso della passione amorosa: contingenza e aspirazione all’infinito, fallimenti e presagio di “un oltre” e di “un altrove”. Passione come slancio e come patire.

Contingenza e infinito

Un po’ come l’utopia, secondo una celebre definizione: faccio un passo e l’orizzonte si sposta di un passo, ne faccio tre e si sposta di tre passi. Non lo raggiungerò mai, eppure lo intravedo e ne ho bisogno per continuare a camminare, per procedere, per vivere. Così è l’amore.

Un’esistenza simbolica

Qual è, dunque, il senso di un’esistenza come quella della nostra artista? Il senso, in fondo, dell’esistenza di ciascuna/o di noi? Un verso di un altro suo celeberrimo brano, legato tra l’altro a una grande vicenda sentimentale, lo rende al meglio: «Sei un attimo senza fine».

Quasi gli fa da pendant un piccolo componimento della mia prima silloge poetica, che mi sento di dedicarle: «Un attimo, / istante di follia / il momento di una parola / di un cenno / un abbaglio, / follia di un istante / che dischiude / l’eternità».