Roma, 18 nov. (askanews) – La voce e l’intensa interpretazione di Ottavia Piccolo a ripercorrere la vicenda esistenziale e politica di Giacomo Matteotti e con lei l’ascesa di un fenomeno che non smette di essere attuale. Scritto da Stefano Massini, “Matteotti – Anatomia di un fascismo” è uno spettacolo – che debutta per la prima volta a Roma al Teatro Vittoria da martedì 25 a domenica 30 novembre – che guarda al passato per meglio comprendere il presente, non solo attraverso le lenti della storia, ma con un appassionato ritratto di un uomo dal sangue caldo che qualcuno aveva soprannominato Tempesta.
La tappa romana fa parte di un lungo tour che attraversa le principali città italiane tra cui Parma, Ivrea, Udine, Firenze e prosegue fino ad aprile.
Quello di Ottavia Piccolo non è un monologo, ma un dialogo costante con I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, che intorno all’attrice si muovono, l’accompagnano, l’abbracciano. E ancora i video realizzati da Raffaella Rivi, che danno luce e consistenza alle frasi più significative. Un abile intreccio di musica (firmata da Enrico Fink) e parole, costruito e guidato dalla regia di Sandra Mangini.
Ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere.
Matteotti li riconobbe: quelli che al caffè dietro il Duomo, a Ferrara, ordinavano il “celibano” perché non lo sapevano che “cherry-brandy” è inglese; quelli che dicevano di riportare ordine nel disordine, perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato; quelli che, d’un tratto, sfilarono in migliaia dietro al Contessino Italo Balbo e si presero l’Italia intera.
Giacomo Matteotti – l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il riformista, il visionario – prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso all’età di 39 anni.
Per la regista Sandra Mangini “la persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia”.
Lo spettacolo è prodotto da Argot Produzioni e Officine della Cultura in coproduzione con Fondazione Sipario Toscana Onlus – La città del Teatro, Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti e Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Toscana.
Nasce da un testo di Stefano Massini, per la regia di Sandra Mangini, con i video di Raffaella Rivi e le musiche di Enrico Fink. I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo sul palco sono: Massimiliano Dragoni (hammer dulcimer, percussioni), Luca Roccia Baldini (basso), Massimo Ferri (chitarra), Gianni Micheli (clarinetto e basso), Mariel Tahiraj (violino), Enrico Fink flauto (ewi). La scena è di Federico Pian, le luci di Paolo Pollo Rodighiero, i costumi sono a cura di Lauretta Salvagnin. Il vestito di Ottavia Piccolo è realizzato da La sartoria – Castelmonte onlus, il tecnico delle luci è Emilio Bucci. Il coordinamento tecnico è di Paolo Bracciali, l’organizzazione di Stefania Sandroni e in amministrazione c’è Rossana Zurli. Il fonico è Vanni Bartolini e il macchinista Lucia Baricci.
Lo spettacolo sarà poi il 3 dicembre a Gallarate (Centro Culturale del Teatro delle Arti), il 4 dicembre a Varzo (Teatro Alveare), il 5 dicembre a Concordia (Teatro del Popolo), il 6 dicembre Modigliana (Teatro dei Sozofili), l’8 dicembre a Parma (Teatro del Cerchio), il 9 dicembre a Mondovì (Teatro Baretti), il 10 dicembre a Ciriè (Teatro Magnetti), il 13 gennaio a Tortona (Teatro Civico), il 14 gennaio a Omegna (Teatro Sociale), il 15 gennaio a Ivrea (Teatro G. Giacosa), il 16 gennaio a Savigliano (Teatro Milanollo), il 27 gennaio a Ferrara (Teatro Comunale), il 28 gennaio a Stradella (Teatro Sociale), il 29 gennaio a Pinerolo (Teatro Sociale), il 4 febbraio ad Alghero (Teatro Civico), il 5 febbraio a Tempio Pausania (Teatro del Carmine), il 4 marzo a Udine (Teatro Nuovo Giovanni da Udine), il 5 marzo a Camponogara (Venezia) al Teatro Comunale Dario Fo, il 6 marzo a Mercato Saraceno (Teatro Dolcini), il 21 marzo a Polistena (Auditorium Comunale), il 22 marzo a Filadelfia (Auditorium Comunale Filadelfia), il 25 marzo a Livorno (Teatro Goldoni).
Dal 26 al 29 marzo sarà poi a Ravenna (Teatro di Tradizione Dante Alighieri), il 15 aprile a Rosignano (Teatro Solvay). Dal 16 al 18 aprile a Firenze (Teatro della Pergola), il 19 aprile a Narni (Teatro Comunale Giuseppe Manini) e il 23 aprile a San Stino di Livenza (Teatro R. Pascutto).

