PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie Presidente. È scomparso stamani Bartolomeo Sorge, padre gesuita direttore di Civiltà Cattolica tra il 1973 e il 1985, uomo di Chiesa, ma anche uomo della società italiana, uomo di evangelizzazione, ma anche uomo della promozione umana, come recitava il titolo del convegno della Chiesa italiana del ‘76 di cui fu il principale animatore. E lui ci teneva soprattutto a sottolineare la congiunzione “e”: non si dà evangelizzazione senza promozione umana e viceversa.

Molti – i più giovani – se lo ricordano per l’animazione della primavera di Palermo, tra la seconda metà degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, ma forse il periodo più forte, di maggiore responsabilità, fu quello degli ultimi quattro anni del pontificato montiniano, tra il 1974 e 1978, quando fu incaricato, in sintonia col Papa, di ricomporre le fratture su una linea di progresso, anzitutto le fratture nella Chiesa. Padre Bartolomeo Sorge fu chiamato a chiamare come animatori, come relatori, persino persone che nel 1974, nel referendum sul divorzio, si erano schierate contro l’indicazione di voto dei vescovi, a cominciare da Pietro Scoppola. Quindi non demonizzazione, ma addirittura valorizzazione, superamento di una frattura. E si schierò con grande forza a favore della politica di solidarietà nazionale, della ricomposizione di tutte le forze che avevano fatto insieme la Costituzione, perché solo attraverso questo passaggio fondamentale si sarebbe potuta realizzare in Italia una democrazia dell’alternanza.

Voglio quindi ricordarlo con una sua citazione di un’intervista dell’85, che è ancora valida: “Il Novecento, che sta per finire, rimarrà come l’esempio di modelli statici, prefabbricati. Un tentativo abortito, che ha condotto a due terribili guerre mondiali, ad alzare cortine e muri di divisione tra i popoli, a blocchi militari contrapposti. Il Duemila nascerà diverso solo se ci sapremo ispirare ad un modello dinamico, superando cioè la contrapposizione o la sovrapposizione di una visione ideologica sull’altra, instaurando invece uno stile nuovo di collaborazione e di ricerca comune, a partire dai problemi reali della gente, da interpretare alla luce di valori di un’antropologia plenaria, aperta alla trascendenza” (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa alla sua sapiente commemorazione naturalmente per la scomparsa di un grande uomo della cultura e della Chiesa nel nostro Paese.