“Potrebbe aprire il vaso di Pandora.” Così si è espresso Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, commentando le ipotesi di escalation internazionale. Una immagine antica, ma potente: un avvertimento simbolico in pieno clima di tensione globale. Come a voler dire: ci sono limiti che non vanno superati, gesti che potrebbero liberare forze incontrollabili
Il vaso e il mito
Nel mito greco, Pandora — la prima donna, creata dagli dèi — riceve un vaso misterioso con un solo divieto: non aprirlo. Ma lo apre. E da lì escono tutti i mali del mondo: guerra, invidia, dolore. Solo una cosa resta in fondo: la Speranza.
È questa immagine che il Cremlino ha evocato. Non direttamente da Putin, ma da chi ne interpreta il linguaggio: scenari che, una volta aperti, non si possono più richiudere. Il riferimento è chiaro: armi estreme, equilibri globali, catene di conseguenze fuori controllo.
Il Giubileo della Speranza
Eppure, proprio nel 2025, in un mondo attraversato dalla paura, la Chiesa cattolica lancia un messaggio opposto. Il tema del Giubileo universale è proprio la Speranza.
“Pellegrini di speranza” è il motto scelto da Papa Francesco. Non una fuga dal mondo, ma un invito a credere che un’altra strada è possibile.
Un controcanto al linguaggio della minaccia.
Leone XIV: “Solo la pace è giusta”
In questa tensione fra i venti di guerra e il desiderio di futuro, risuonano le parole di Papa Leone XIV, che nel suo primo messaggio ha dichiarato:
“Non esiste una guerra giusta. Esiste solo la pace giusta, quella che non umilia nessuno e salva tutti.”
Un’affermazione radicale, che rifiuta la logica dei compromessi armati e mette al centro la dignità di ogni popolo. È un no senza condizioni al fatalismo bellico.
Liberare ciò che ci resta
Forse non basta più difendere la speranza. Bisogna liberarla. Aprire quel fondo rimasto intatto, far uscire la sola cosa che può ancora opporsi al rumore delle armi. Non è un gesto ingenuo. È una scelta: offrire al mondo la sua unica possibilità di futuro.