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giovedì, Aprile 24, 2025
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Papa, al funerale i leader di tutto il mondo, occhi puntati su Trump

Roma, 24 apr. (askanews) – Donald Trump partirà dagli Stati Uniti venerdì e ripartirà sabato dopo il funerale di Papa Francesco: la finestra è stretta e il clima non è dei migliori per ipotizzare un incontro decisivo sull’Ucraina o sulla guerra commerciale a margine delle esequie del Pontefice. Ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa, tra i due non tira buona aria. Ci sarà soprattutto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero vertice nel breve tempo riservato da Trump alla trasferta in nome del Papa, lo indicano anche i tempi decisi e ufficializzati dalla Casa Bianca. Il presidente lascerà Washington venerdì mattina per volare a Roma per il funerale di Papa Francesco sabato e tornerà dopo il funerale, ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, tradotto in orari italiani, nemmeno un giorno intero. Abbastanza per quella “stretta di mano” Trump-Von der Leyen auspicata nel governo italiano, per uno scambio di battute, qualsiasi cosa sarà guardata da molto vicino.

Tutti gli occhi sono puntati sul leader americano, tuttavia a Roma convergeranno delegazioni di tutte le confessioni religiose, dal grande Imam di Al Azhar, Ahmad al Tayyebb, che è stato un importante interlocutore del Papa nel mondo musulmano, a una delegazione della comunità ebraica e il rabbino capo di Roma Riccardo di segni. Da Mosca per il patriarcato ortodosso arriva il metropolita Antonij con una delegazione che potrebbe fermarsi nei giorni successivi.

Dalla Russia non arriverà il presidente Vladimir Putin, su cui pende un mandato d’arresto internazionale e che ha deciso di inviare la ministra della cultura Ljubimova, a sottolineare una sintonia a livello di pensiero più che una presenza politica. E non ci sarà sabato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è fatto notare nei giorni scorsi per non aver offerto le sue condoglianze per il Papa.

Prima a Roma e poi in Vaticano domani arriveranno tuttavia presidenti, teste coronate e capi di governo e ministri da tutto il mondo, da tutti i continenti. In tutto rappresentanze di 177 paesi, praticamente l’intero arco dei membri dell’Onu.

Sarà presente, ovviamente, il presidente argentino Javier Milei, che però non ha nascosto in passato critiche e ha lanciato persino insulti nei confronti di Francesco. Ci sarà il presidente francese Emmanuel Macron e i reali di Spagna Felipe VI e Letizia. Per la Germania ci saranno sia il presidente Frank-Walter Steinmeier sia il cancelliere Olaf Scholz e dalla Gran Bretagna arriveranno il principe di Galles William e il primo ministro Keir Starmer. Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva.

Taiwan, con la quale la Santa Sede ha rapporti diplomatici, è un caso particolare. L’isola ha rinunciato a inviare il proprio presidente, come è accaduto in passato, limitandosi a delegare un ex vicepresidente notoriamente amico di Papa Bergoglio, proprio per non imbarazzare il Vaticano impegnato in una difficile trattativa con Pechino. Non è tuttavia ancora chiaro se la Cina popolare invierà qualcuno da Pechino.

Non è ancora definito neanche chi guiderà la delegazione giapponese. Secondo i media nipponici potrebbe essere il ministro degli Esteri Takeshi Iwaya.