Milano, 10 ago. (askanews) – “Oggi nel Vangelo Gesù ci invita a riflettere su come investire il tesoro della nostra vita, dice: ‘Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina’. Ci esorta, cioè, a non tenere per noi i doni che Dio ci ha fatto, ma a impiegarli con generosità per il bene degli altri, specialmente di chi ha più bisogno del nostro aiuto. Si tratta non solo di condividere le cose materiali di cui disponiamo, ma di mettere in gioco le nostre capacità, il nostro tempo, il nostro affetto, la nostra presenza, la nostra empatia”. Lo ha detto Papa Leone XIV prima della recita dell’Angelus. “Tutto ciò che fa di ciascuno di noi, nei disegni di Dio, un bene unico, senza prezzo, un capitale vivo, pulsante, per crescere chiede di essere coltivato e investito, altrimenti si inaridisce e si svaluta. Oppure finisce perduto, in balìa di chi, come un ladro, se ne appropria per farne semplicemente un oggetto di consumo”.
“Le opere di misericordia – ha detto ancora Leone – sono la banca più sicura e redditizia dove affidare il tesoro della nostra esistenza, perché lì, come ci insegna il Vangelo, con ‘due spiccioli’ anche una povera vedova diventa la persona più ricca del mondo”.
“Perciò, in famiglia, in parrocchia, a scuola e nei luoghi di lavoro, ovunque siamo, cerchiamo di non perdere nessuna occasione per amare. Questa è la vigilanza che ci chiede Gesù: abituarci ad essere attenti, pronti, sensibili gli uni verso gli altri come Lui lo è con noi in ogni istante”, ha concluso il Papa.