stamattina Papa Francesco, nel corso dell’Udienza generale, in Aula Paolo VI: ha spiegato che: il cristiano “non e’ uno che si impegna ad essere più buono degli altri: sa di essere peccatore come tutti. Il cristiano semplicemente e’ l’uomo che sosta davanti al nuovo Roveto Ardente, alla rivelazione di un Dio che non porta l’enigma di un nome impronunciabile, ma che chiede ai suoi figli di invocarlo con il nome di ‘Padre’, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie”.
Ecco dunque come Gesù introduce l’insegnamento della preghiera del “Padre nostro”: “Lo fa prendendo le distanze da due gruppi del suo tempo”. Anzitutto gli ipocriti.
“Quante volte- ha detto a braccio- noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno tutta la giornata lì e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente. Ma allora è meglio non andare in chiesa”. La preghiera cristiana, invece, “non ha altro testimone credibile che la propria coscienza, dove si intreccia intensissimo un continuo dialogo con il Padre: ‘Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto'”.