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lunedì, 9 Giugno, 2025
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Parlamento rinnova commissioni, maggioranza verso conferma presidenti

Roma, 9 giu. (askanews) – Non dovrebbe riservare sorprese il rinnovo dei presidenti delle commissioni permanenti di Camera e Senato fissato per domani pomeriggio. Un appuntamento che arriva a quasi tre anni dall’avvio della legislatura, decisamente in ritardo rispetto al biennio richiesto dai regolamenti parlamentari. Mesi e settimane che sono serviti a far rientrare le posizioni in bilico di Federico Mollicone (Fdi), presidente della commissione Cultura di Montecitorio, e di Giuseppe Mangialavori (Fi), presidente della Bilancio sempre a Montecitorio.

Il primo vicino a Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera esponente della ‘minoranza’ di Fdi, protagonista lo scorso anno di uno screzio con Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura e componente dell’ufficio stampa della Camera. Il secondo, Mangiavalori, esponente di Forza Italia, nato a Merano ma eletto in Calabria, venne proposto nel 2022 da Silvio Berlusconi come sottosegretario allo Sviluppo economico. Incarico che non ottenne per il veto di Fdi legato a vecchie testimonianze di un collaboratore di giustizia che parlavano di presunti legami di Mangialavori con esponenti della ‘ndrangheta. Mai indagato, la presidenza della commissione Bilancio arrivò per lui come una compensazione. Anche Mangiavalori è esponente della minoranza di Fi ma, al di là di questo, nel mirino della stessa maggioranza è finito spesso il suo modo di condurre i lavori di una commissione importante come la Bilancio.

Tuttavia, alla vigilia del rinnovo di presidenti, vicepresidenti e segretari, ogni perplessità sembra rientrata. Sia da Fdi, che dalla Lega che da Fi l’ordine di scuderia è che vadano confermati gli attuali quattordici presidenti delle commissioni alla Camera e i dieci di Palazzo Madama. Meglio evitare tensioni interne al centrodestra e ai partiti di centrodestra e soprattutto non innescare alcun risiko di nomine che sarebbero servite a compensare.

Unico fuori programma potrebbe essere riservato dalla seduta della commissione Affari Costituzionali del Senato dove le opposizioni, a quanto si apprende, hanno intenzione di riproporre la contestazione avviata la scorsa settimana nei confronti del presidente Alberto Balboni all’indomani dell’approvazione definitiva del decreto sicurezza a Palazzo Madama. Francesco Boccia, Stefano Patuanelli, Peppe De Cristofaro e Raffaella Paita, capigruppo rispettivamente di Pd, M5S, AVS e Iv, avevano scritto al presidente del Senato Ignazio La Russa per segnalare l’incompatibilità di Balboni con il ruolo ricoperto e chiedere sanzioni nei suoi confronti. Nel corso della seduta del 4 giugno 2025 il senatore di Fdi aveva pronunciato in aula “affermazioni gravemente offensive nei confronti delle opposizioni, accostandole in più occasioni alla criminalità organizzata”. La Russa, al termine di una capigruppo sulla vicenda, aveva deciso di non procedere ad alcun provvedimento disciplinare.