Ai partiti gioverebbe un governo Draghi fino al 2026, per recuperare il senso stesso del loro essere, come indispensabile carburante della democrazia (Cost. art. 49).
Oltre 12 milioni di cittadini italiani hanno votato per le proprie amministrazioni locali. In questo periodo, anche tutti i cittadini tedeschi hanno votato per eleggere il loro Parlamento e il risultato è stato molto commentato sia in Italia che nel mondo, perché la fine dell’epoca Merkel influenzerà la politica europea e non solo.
Politica estera e politica interna recentemente hanno evidenziato sono intrecciate. È sempre stato così, ma i politici domestici, anche per scarsa cultura geopolitica, hanno sempre evitato di fare scelte in tale prospettiva.Dopo una campagna, che è stata strana per molti motivi, oltre a registrare i risultati del voto, vale la pena trarre anche qualche ‘lezione di politica’. Senza dover evocare la storica enfatica ideologia “tutto è politica “, non c’è dubbio che la politica condiziona la vita della comunità e viceversa. Ma solo 1 elettore su 2 è andato a votare e i partiti non diano la colpa agli elettori: se non hanno voluto scegliere è perché non è stata offerta loro una buona ragione per farlo.
Le analisi dovranno essere molto approfondite e severe. Innanzitutto studiare le modalità della campagna elettorale. Si è riscoperto il rapporto diretto coi cittadini: porta a porta, mercati, ‘santini’… Gli elettori, che sanno usare meglio i social, a quale fascia d’età e ceto appartengono e chi hanno votato? È vero che torna il bipolarismo? E allora sarebbe bene pensare ad una legge per le elezioni politiche che valga una volta per tutte, e non per ogni stagione elettorale. Sono andati a votare i volonterosi, i convinti e i tifosi, perchè la gran parte dei cittadini non legge i quotidiani (secondo l’Osce circa il 70% non ha competenza a comprendere i titoli dei giornali). Quindi è difficile imputare solo alle polemiche degli ultimi giorni, a carico del centrodestra, la smobilitazione dei loro elettori. Inoltre ci si dovrà interrogare per esempio, quanto e se Covid ha cambiato i pensieri e i comportamenti dei cittadini.
Il governo Draghi ha dimostrato come si governa, con forza tranquilla, con scelte che riguardano la concretezza dei bisogni dei cittadini. Ora ci sono quindici giorni per parlare ai cittadini in modo convincente, affinchè non disertino i ballottaggi. Tuttavia, in relazione agli eventuali abbinamenti, alcuni leader non hanno perso l’occasione di lanciare ambigui messaggi: alcuni alleati, che dovrebbero essere grati a chi ha consentito loro di non sparire dai radar della politica, non vogliono dare consigli perché “i loro elettori non sono mandrie”.
“Volubiles Quirites”: è evanescente un seguito elettorale non ancorato a idee programmatiche e ideali. Ad esempio le periferie romane hanno abbandonato raggi e 5S e hanno votato per la destra. Il centrosinistra invece ha vinto nei centri delle città e non nei territori in difficoltà, periferie e quartieri degradati. Ha perso la sua bussola? Un antico adagio – chi semina vento raccoglie tempesta – si è dimostrato vero anche nella attualità. Avvelenare una campagna elettorale con modalità di comunicazione e un linguaggio violento non invoglia di più i cittadini a partecipare. Inoltre si imbarbariscono le relazioni sociali, interpersonali. Espressioni volgari e violente migliorano la società?
Ancora una volta i leader si sono affrontati sui temi generali nazionali, anziché confrontarsi sui temi e i programmi degli enti locali, con i problemi urgenti dei cittadini: i rifiuti, la sicurezza, i servizi sociali, le scuole. Le scelte delle amministrazioni comunali dipendono molto dai trasferimenti di finanziamenti nazionali, devono applicare contratti nazionali, ecc. perciò i vertici dei partiti avrebbero avuto molto da dire, a partire dallo status dei sindaci, che sono sottoposti a continue censure da parte delle diverse magistrature, a causa di normative poco chiare sulle responsabilità personali.
Le città hanno bisogno del fiancheggiamento dello Stato; si ricordi come fu conquistato Expo per Milano, si persero le Olimpiadi a Roma e come invece la solidarietà fra istituzioni ha assegnato le Olimpiadi invernali alla Lombardia e a Cortina. Ci sono esempi virtuosi di gestione dell’energia come a Brescia, dove da decenni funzionano termovalorizzatori, che sono contrastati con irragionevole miopia da parte di alcune forze politiche. Roma come crede di risolvere l’enorme scandalo della sporcizia che imbratta la capitale, la Citta più bella del mondo?
Perché lo Stato non trova la strada per impedire che si esportino i nostri rifiuti a caro prezzo che, invece, sono reddito per i Paesi riceventi? Finite le polemiche inevitabili del post elezioni, rimangono sul tavolo le esigenze dei cittadini ed è bene che siano affrontate. Sono disponibili i grandi finanziamenti del PNRR che riguardano molte delle scelte di modernizzazione delle strutture territoriali e che esigono prontezza attuativa e sostegno dell’attuale governo. Non credano i partiti che, se Draghi non conclude la legislatura, saranno in grado di migliorare il loro consenso.
Ci sarà un tempo in cui dedicarsi ai colloqui per scegliere un (una) Presidente della Repubblica ma ci si prepara col dialogo e il confronto con tutte le carte che ora sono sul tavolo e sono quelle di Next generation eu. Bisogna spendere bene, con trasparenza, perché non si incappi in indagini che bloccano i ‘lavori in corso’ e ci facciano vergognare difronte all’Europa.
Mentre il governo lavora, i partiti facciano tutti un pit stop. Hanno da resettare tutti i discorsi piuttosto vani della recente campagna, perché per le elezioni politiche i cittadini vorranno capire dai loro referenti proposte chiare: tasse, ambiente, salute, formazione, modernizzazione del Paese, Europa. Non sarà difficile usare un italiano facile, come parlano i cittadini, come si esprime Draghi. Hanno ormai registrato tutti che si può far politica con schiettezza, umiltà, pazienza, competenza. Forse quando manca questa ci si affida ai bla bla.