Una delle prime ipotesi in campo per il 2022 è la previsione di una soglia di accesso alla pensione a 63-64 anni con 38-39 anni di contributi, con l’introduzione di penalizzazioni legate al calcolo contributivo.

Una misura, quindi, di staffetta generazionale o di contratto di solidarietà espansiva, che aiutano i giovani all’inserimento lavorativo e accompagnano in uscita il lavoratore anziano.

Inoltre dovrebbero essere previste le proroghe di Ape e Opzione Donna. Le sigle sindacali vogliono una proroga dell’Ape sociale 2021, anche estendendo i beneficiari alle attività cosiddette gravose o usuranti e ai lavori più esposti al rischio del contagio da coronavirus.

Tra le altre richieste, l’estensione della possibilità di accesso alla pensione precoce per tutti i lavoratori per i quali si ipotizza l’estensione dell’Ape Sociale. La proroga potrebbe essere accompagnata da un allentamento dei requisiti d’accesso, in particolare a favore dei lavoratori discontinui che spesso si vedono respinta la domanda perché non hanno raggiunto il minimo per la Naspi, indennità di disoccupazione.

L’opzione donna, già prorogata dalla Legge di Bilancio 2020 dovrebbe essere ulteriormente prorogata. Questa formula permette alle lavoratrici dei settori sia pubblico che privato di richiedere la pensione anticipata, attraverso un assegno calcolato esclusivamente sulla base dell’età contributiva. Con questo meccanismo, le lavoratrici possono andare in pensione anticipatamente se hanno raggiunto 35 anni di contributi entro una certa data. Nel caso la proroga andasse in porto, le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1962 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1961, con almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020, potranno accedere alla pensione anticipata.