Scrivo questa nota con non poca amarezza e lo faccio per rispondere ad alcuni amici che mi hanno chiesto perché non ero presente al congresso territoriale della Cisl di Bergamo. Non ero presente perché non invitato. È sempre stata prassi che ai congressi della Cisl Bergamasca fossero invitati gli ex segretari generali.
Sicuramente la cosa mi ha amareggiato e lo ritengo un atto di vera e propria maleducazione. Penso che questo sia dovuto alla mia pubblica posizione di critica delle politiche confederali. I miei sono stati dissensi del tutto disinteressati, esercitati solo per amore e per precisare meglio si è tratto sempre di un esercizio di correzione fraterna.
Pur amareggiato resto iscritto alla Cisl, continuerò a pagare le quote dovute. Alla Cisl sono riconoscente per tutto quello che mi ha dato, che è molto di più di quello che ho potuto dare. Non tocca a me giudicare il mio operato, ma posso dire di aver sempre cercato di operare con passione, onestà e sincera dedizione alla causa dei lavoratori e della democrazia.
Mi sono iscritto alla Cisl nel lontano 1963, sono stato eletto nella Commissione Interna e poi nel 1969 nel Consiglio di fabbrica. Entro nel direttivo provinciale della Filta-Cisl (Federazione Italiana Lavoratori Tessili Abbigliamento) e poi, nel 1972, nella Segretaria Provinciale. Mi sono impegnato per l’unità sindacale e sono stato tra i promotori della Fulta di Bergamo (Federazione Unitaria Lavoratori Tessili Abbigliamento).
Inizio a fare l’operatore sindacale il primo maggio del 1974, il Segretario Daniele Corbari mi invia nella zona di Grumello del Monte (a forte presenza di aziende bottoniere e dell’abbigliamento), poi sarò impegnato nella zona di Zingonia e Treviglio.
Successivamente vengo eletto segretario Provinciale dei tessili e in seguito segretario generale della Unione Provinciale. Nel 1993 divento segretario regionale della Cisl in Lombardia, incarico che lascio nel dicembre del 1998. Ho anche ricoperto l’incarico di Presidente della Comunità dei Sindacati delle Regioni delle Alpi Centrali (Arge-Alp).
Nel dicembre del 1998, entro a far parte della Segreteria Confederale della Cisl di cui è segretario Sergio D’Antoni, dove ho assunto le funzioni di Vicario.
Il 4 dicembre 2000, vengo eletto Segretario Generale della Cisl, incarico che poi mi venne riconfermato, con il più ampio consenso di voti, dal Primo Consiglio Generale della Cisl, sia dopo il XIV Congresso del giugno 2001 che dopo il XV Congresso del luglio 2005. Son stato vicepresidente della Cisl Internazionale e membro del Comitato Esecutivo della Ces (Conferenza Europea dei Sindacati).
Sono stato firmatario dell’accordo denominato “Patto per l’Italia”, attuato con l’obiettivo di rinnovare la contrattazione e la gestione del mercato del lavoro e di mettere un freno alle politiche del primo governo di destra presieduto da Silvio Berlusconi. Ho sempre cercato di vivere positivamente e senza legami politici l’autonomia sindacale a cui la Cisl mi aveva educato. Ho vissuto con sofferenza la rottura con la Cgil di Cofferati, mantenendo un costante rapporto e dialogo con Guglielmo Epifani che consentirà la ripresa dei rapporti unitari. Ho coltivato l’amicizia con Marco Biagi e dopo il suo assassinio ad opera delle Nuove Brigate Rosse, sono stato l’unico sindacalista che ha partecipato al suo funerale.
A fronte del governo Berlusconi che non manteneva gli impegni assunti nell’accordo sottoscritto, si è dato avvio a una fase di mobilitazione recuperando l’unità d’azione con la Cgil e la Uil .
Al sorgere di questioni interne, relative ai tempi della successione, mantenendo fede alla convinzione che l’unità del sindacato sia sempre un bene e volendo evitare che questo problema generasse una rottura nella Cisl, mi sono dimesso dall’incarico nel 2006, senza indicare come era prassi chi mi doveva succedere, lasciando al Consiglio Generale la più ampia libertà di scelta. Molte volte mi sono chiesto, senza darmi una risposta, se ho fatto bene o male.
Questo è stato il mio percorso in Cisl. Certamente paragonato a Carniti e a segretari generali che mi hanno preceduto non sono stato un grande segretario, ma sempre ho cercato di agire con onestà, rettitudine e passione ideale.
Non capisco il perché di questo ostracismo che viene esercitato nei miei confronti, se è perché ho criticato le politiche confederali, dico che ho solo cercato di esercitare il diritto di parola – diritto che spetta all’iscritto – e continuerò a farlo restando iscritto alla Cisl, cui devo molto, compreso il diritto di parola.