Uscito su “Conquiste del lavoro”, quotidiano della Cisl, ieri 18 aprile a firma di Liliana Ocmin
Com’è cambiata la condizione delle donne negli ultimi 50 anni in termini di empowerment, uguaglianza di genere e salute sessuale e riproduttiva? A questa domanda ha cercato di dare risposta il nuovo Rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) “ Questioni in sospeso. Diritti e libertà di scelta per tutte le persone”, presentato nei giorni scorsi a Roma, in contemporanea mondiale in oltre 100 città, che racconta, attraverso le storie di vita di 6 donne, cosa è accaduto ai diritti delle donne, in particolare a quelli della sfera sessuale e riproduttiva, a 25 anni dalla Conferenza del Cairo e a 50 anni dalla nascita dello stesso Fondo UNFPA. Dahab Elsayed, 60 anni, che ora vive in un quartiere periferico del Cairo, narra dell’entusiasmo che attraversava la sua città nel 1994, durante lo svolgimento della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo, e della sua storia personale, fatta di scelte molto limitate e segnata dalla pratica delle mutilazioni genitali femminili cui venne sottoposta da piccola – era un dovere, dice, le possibilità di matrimonio, unica prospettiva di allora, dipendeva solo da questo e tutte le ragazze erano coinvolte – e a cui lei ha sottoposto sua figlia.
Oggi, con più conoscenze e maggiore consapevolezza, pensa che ciò sia sbagliato e sua nipote è stata risparmiata da questa pratica cruenta che mette a rischio sia la salute fisica che quella psichica delle bambine. La sua storia, come quella delle altre cinque donne, dimostrano come le aspirazioni e soprattutto le opportunità, a volte schiacciate e ostacolate da questioni culturali tradizionali, altre volte sconvolte da guerre e conflitti sociali, in alcuni casi hanno preso svolte inaspettate e hanno avuto un successo prima inimmaginabile; questo grazie anche all’impegno di molte donne e attiviste che hanno contribuito a cambiamenti epocali in molti paesi. La libertà di scelta delle donne è ancora molto influenzata da fattori esterni, come la mancanza di risorse, nel campo dell’educazione ad esempio. Quante donne ancora sono in grado di scegliere senza sacrificare le proprie aspirazioni e la propria carriera? Gli ostacoli sono tanti ed il percorso non è semplice.
Molti risultati sono stati raggiunti, ma bisogna fare di più per cambiare il quadro che abbiamo davanti. In tutto il mondo, una donna su tre sperimenta ancora una qualche forma di violenza fisica o sessuale durante la propria vita. Circa 800 milioni di donne sono state date in sposa quando erano bambine. Almeno 200 milioni di ragazze e donne che vivono oggi in 30 paesi hanno subito le MGF e circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni. Entro il 2030 fino a 68 milioni di ragazze saranno sottoposte alle MGF se non aumenterà l’impegno per porre fine a questo fenomeno. In Europa vivono 500.000 ragazze e donne che hanno subito le MGF, e ogni anno altre 180.000 ragazze rischiano di esservi sottoposte. Nel 2016, in Italia, il numero di donne straniere maggiorenni con MGF era tra le 60mila e le 81mila unità. Ogni giorno più di 500 donne e ragazze nei paesi in situazioni di emergenza muoiono durante la gravidanza e il parto, per la mancanza di personale sanitario qualificato e aborti non sicuri. Globalmente, le donne rappresentano il 40 per cento della forza lavoro nel settore formale, ma svolgono il lavoro di cura e domestico da 2 a 10 volte in più rispetto agli uomini. Nel 2018, circa 136 milioni di persone hanno avuto bisogno di aiuti umanitari.
Almeno una su cinque tra le donne rifugiate ha subito violenza sessuale, anche nei paesi di transito. Occorrono, pertanto, più investimenti per contrastare ed eliminare ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne e centrare l’obiettivo dell’uguaglianza di genere entro il 2030, come prevede anche l’Agenda delle Nazioni Unite. Come Coordinamento nazionale donne, proseguiamo nel nostro impegno per contribuire a realizzare questi e altri obiettivi, per promuovere i diritti fondamentali della persona, l’uguaglianza, il lavoro dignitoso per tutti, la solidarietà economica, il benessere generale e la pace tra le popolazioni continuamente minacciata. Un pensiero, in vista delle prossime festività pasquali va agli uomini, alle donne e ai bambini della nostra vicina Libia sprofondata nuovamente nel buio di un conflitto fratricida. Il nostro auspicio è che tutto ciò finisca al più presto.
Buona Pasqua a tutte e a tutti.