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martedì, Febbraio 11, 2025
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PoliticaInsieme | Cattolici e politica: pluralità di voci o frammentazione sterile?

Dove sta scritto che, nell’attuale frangente storico, nel nostro Paese, ai cattolici sia consentito soltanto schierarsi con la destra o piuttosto con la sinistra oppure liberare il campo dalla loro presenza ed astenersi?

Possiamo ancora parlare di “mondo cattolico”, cioè di un insieme di movimenti ecclesiali, centri di cultura, altre forme associative, gruppi di volontariato solidale di varia natura che siano strutturate in un rapporto organico, nel quale, pertanto, le singole parti si riconoscono sinergicamente in una sostanziale unità e aderiscono ad un’impresa comune? Oppure è più appropriato rifarsi ad un’ “area cattolica”, cioè ad un perimetro, designato dalla fede condivisa, destinato ad ospitare una pluralità di soggetti che interpretano questa comune appartenenza in modo molto più articolato? E questa pluralità di voci che giunge, sul piano della valutazione politica, fino ad espressioni di voto francamente antitetiche, come va considerata?

Si tratta di una dissipazione che sgrana e disperde il potenziale sociale e culturale, civile e politico che i cattolici avrebbero se fossero più uniti? O non si tratta, piuttosto, di fare davvero propria la distinzione tra particolarità della politica ed universalità della religione? Assumendo laicamente il peso e la fatica che ne derivano, anche sul piano della quotidiana vicenda umana.

Come più volte abbiamo sostenuto su queste pagine, questa disarticolazione politica non è, al contrario, significativa del fatto che i cattolici non si sono lasciati massificare e sospingere in un imbuto ideologico, bensì hanno saputo sviluppare quella capacita’ critica che, infine, approda ad un’autonomia di giudizio e ad una responsabilità personale che rappresentano, in ogni caso, un patrimonio importante in funzione della liberta’ e del comune sostegno ad un ordinamento di democrazia sostanziale? Anche quando si approdi su versanti opposti e reciprocamente non condivisi, degli schieramenti politici in campo.
Tutto ciò implica, peraltro, che ognuno nella propria singolarità, si faccia carico di verificare, in prima persona, almeno la compatibilità, meglio l’aderenza del proprio indirizzo politico al magistero sociale della Chiesa ed alla Costituzione. E, nel contempo, si eviti che, nell’ accostarsi ad altre culture – come sta succedendo purtroppo nell’ uno e nell’ altro dei due poli di destra e sinistra del nostro attuale sistema politico – il sale, anziché  insaporire, diventi insipido. D’altra parte, dove sta scritto che, nell’ attuale frangente storico, nel nostro Paese, ai cattolici sia consentito soltanto schierarsi con la destra o piuttosto con la sinistra oppure liberare il campo dalla loro presenza ed astenersi?
Quasi volessero, da sé, rifugiarsi e proteggersi in una sorta di nuovo “non expedit”, come se temessero di essere “disincarnati” e, per loro natura, estranei al decorrere della storia. Ma su questo si dovrà tornare con una apposita riflessione.

 

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