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giovedì, 30 Ottobre, 2025
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Ponte sullo Stretto, il governo frena sulla risposta alla Corte dei Conti, "ma avanti con l’opera"

Roma, 30 ott. (askanews) – Dopo le dichiarazioni al vetriolo di ieri sera di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il governo “frena” sulla risposta da dare allo stop della Corte dei Conti al progetto dello Stretto di Messina.

La premier, a caldo, aveva parlato di “intollerabile invadenza”, il suo vice e ministro dell Infrastrutture di “scelta politica” e “grave danno per il Paese”. D’urgenza, la premier, ha convocato per questa mattina un vertice a Palazzo Chigi, presenti oltre a lei e Salvini l’altro vice Antonio Tajani (collegato dall’Africa) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giavambattista Fazzolari. Prima della riunione, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano (Fi) ipotizzava la “linea dura” con una nuova approvazione in Cdm, che costringerebbe la Corte a dare il via libera “con riserva”.

Invece al termine del confronto, durato circa un’ora e mezza, è stato deciso assumere un atteggiamento ‘soft’ (forse anche per evitare un nuovo scontro tra poteri dello Stato notoriamente non graditi al Quirinale), pur ribadendo l’obiettivo di portare avanti l’opera. “Si è convenuto – ha spiegato in una nota Palazzo Chigi – di attendere la pubblicazione delle motivazioni (entro 30 giorni ndr) della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera”. Un prudenza necessaria, visto che procedere “alla cieca” facendo partire i cantieri nonostante la riserva esporrebbe la politica, ma anche dirigenti, amministratori e aziende al rischio di pesanti contestazioni.

Chiusa la riunione, Salvini è uscito su piazza Colonna per un punto stampa. “Sono tranquillo e determinato”, ha assicurato, escludendo che ci sia in atto “uno scontro tra poteri dello Stato”. “Attendiamo con estrema serenità e tranquillità i rilievi della Corte dei conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto perché abbiamo rispettato tutte le normative” poi “se dovremo tornare in Cdm ai primi di dicembre rimandando in Corte dei Conti tutte le nostre motivazioni per proseguire con l’opera lo faremo”.

Poco prima, nella stessa piazza, Angelo Bonelli (Avs) aveva incontrato i giornalisti per presentare alcuni documenti finora inediti. “Ci troviamo di fronte a una truffa di Stato. Giorgia Meloni e Matteo Salvini – ha denunciato – hanno nascosto agli italiani che si sta parlando di un progetto vecchio di 28 anni fa. Abbiamo trovato il documento che Meloni e Salvini hanno tenuto nascosto: il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici del 10 ottobre del 1997, l’unico parere a cui è stato sottoposto il progetto del Ponte. Per non fare una nuova gara, un magna magna incredibile, hanno fatto un’operazione indegna”.