C’è una parte consistente della popolazione europea che è a rischio povertà perché il proprio reddito disponibile è inferiore alla soglia nazionale di indigenza: si tratta del 16,9% della popolazione, ed è una percentuale che continua a restare alta nel tempo e addirittura con regressi se si confronta con il 16,6% del 2008.
Eurostat pubblica un’analisi statistica delle motivazioni per cui il 21,7% dei cittadini europei vive a rischio povertà o esclusione sociale. Oltre al fattore reddito, c’è chi vive in “grave deprivazione materiale”, condizione in cui si trova il 5,8% della popolazione: risorse limitate al punto da non riuscire a pagare le bollette, scaldare casa o fare le vacanze.
Questa percentuale anche se sta diminuendo lentamente a livello europeo trova varie differenze tra i Paesi membri: schizza al 20,9% in Bulgaria ma è del 1,3% in Lussemburgo e del 1,6% in Svezia.
Rispetto al 2008, la percentuale di persone gravemente deprivate materialmente è aumentata in sette Stati membri ed è diminuita in diciassette. In terzo luogo, c’è il 9% della popolazione che vive in famiglie in cui gli adulti hanno lavorato meno del 20% del loro potenziale lavorativo totale nell’ultimo anno.
È una percentuale che oscilla ed è ora inferiore al livello del 2008 (9,2%). I lavoratori sotto-occupati più numerosi sono in Irlanda (16,2%), Grecia (14,6%), Belgio (12,1%), Italia (11,3%).