Bari, 10 nov. (askanews) – È la “mission impossible” del centrodestra a queste elezioni regionali: la Puglia è considerata da tutti i sondaggi saldamente nelle mani dell’eurodeputato del Pd Antonio Decaro, per questo Giorgia Meloni, che chiude la manifestazione di Bari a sostegno del candidato presidente Luigi Lobuono, ripete più volte il messaggio chiave: “Non ci sono risultati già scritti in partenza. Puntiamo a vincere perché non abbiamo paura di nessuno” La premier, affiancata dagli altri leader di centrodestra Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, carica il popolo del centrodestra stipato nel capiente Teatro Team del capoluogo adriatico accusando la sinistra di essere “supponente” e di considerare “scemi” gli elettori della coalizione opposta. Rivendica i risultati del suo governo e la tenuta della coalizione: “Siamo qui uniti – dice – come ci avrebbe voluto un grande pugliese che oggi ricordiamo a 90 anni dalla nascita: Pinuccio Tatarella”. Difende la legge di bilancio, “la sinistra dice che aiutiamo i ricchi perché aiutiamo chi guadagna 2400 euro al mese, ci vuole coraggio a dirlo…” Poi torna ad attaccare il segretario della Cgil Maurizio Landini sul venerdì scelto per lo sciopero contro la manovra, “non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì”.
Meloni rivendica le riforme costituzionali, a partire da quella della giustizia, il cui referendum confermativo, mette in chiaro, non determinerà i destini dell’esecutivo. “Loro sanno – dice parlando delle opposizioni – che sono norme di buon senso e infatti che dicono? ‘Votate no al referendum per mandare a casa la Meloni’. Ma mettetevi l’animo in pace, arriveremo a fine legislatura e chiederemo il giudizio degli elettori: la Meloni la possono mandare a casa solo gli elettori. Una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia”. Affonda il colpo anche sulla sanità, “abbiamo aumentato gli investimenti di 17 miliardi da quando ci siamo insediati, la sinistra usa un pallottoliere truccato” e del resto “la Puglia governata da loro è l’ultima regione in Italia per rispetto dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie”.
“Voglio essere molto chiaro: noi siamo qui per vincere questa sfida”, promette Luigi Lobuono, l’imprenditore scelto dopo lunghe incertezze dal centrodestra perla sfida a Decaro. I leader presenti puntano il dito sulle contraddizioni del campo avverso. “Gli esponenti del centrosinistra – afferma Lupi – dicono che serve un cambiamento radicale, gli stessi che governano in Puglia da 30 anni. Addirittura Decaro si vergogna di candidare il governatore uscente. Il governo di centrosinistra è bocciato dallo stesso centrosinistra”. Tajani incoraggia i suoi a cercare elettori di centro delusi: “C’è da andare a occupare uno spazio che si sta man mano liberando. I leader di Pd, M5S e AVS hanno intonato la marcia funebre per il centrosinistra. Il centrosinistra non c’è più, esiste solo la sinistra”. Poi (dopo un lapsus corretto dalla folla sul nome dello stadio di Bari, chiamato San Paolo invece che San Nicola) tocca un tema molto sentito in Puglia: “La prossima settimana Forza Italia presenterà un progetto per affrontare il tema della Xylella in maniera diametralmente opposta alle proposte della Regione”.
Punta sui temi identitari Salvini: sulla scuola sottolinea che il ministro Valditara garantisce “una scuola libera dalle ideologie e dalle schifezze gender”. E sui migranti rilancia l’accusa all’Unione europea di farne entrare troppi e avverte: “Il termine remigrazione può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”. Per il vicepremier leghista “il problema non è il Dio in cui si crede, ma pretendere che chi arriva in Italia rispetti la nostra storia, la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione, la nostra Costituzione. Chi non è disposto a farlo fuori dalle palle, dal primo all’ultimo”. La parola ai pugliesi: si vota il 23 e 24 novembre, è la sfida più difficile per la maggioranza di governo ma la partita è ancora da giocare.

