Bari, 24 nov. (askanews) – Seconda giornata delle elezioni regionali, seggi aperti in Puglia fino alle 15 con l’ombra di un astensionismo sempre più dominante fra gli elettori: alla chiusura dei seggi, alle 23 di domenica sera, la percentuale di affluenza è risultata del 29,45 per cento. Eloquente il titolo di apertura in prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno, il principale quotidiano locale: “Il deserto alle urne”. Nella precedente tornata di regionali che risale al 2020, nella prima giornata l’affluenza era stata del 39,88 per cento, quella conclusiva si era fermata al 56,43, quota apparentemente piuttosto difficile da recuperare oggi. Per citare un altro dato più recente, alle elezioni europee del 2024 si era recato al seggio in totale il 43,61 per cento degli elettori pugliesi.
Se i sondaggi dei mesi scorsi si riveleranno affidabili, in gioco dovrebbe esserci solo il margine dell’atteso successo del centrosinistra: Antonio Decaro, europarlamentare primatista di preferenze al Sud ed ex sindaco di Bari, era dato attorno al 60 per cento dei consensi. Una proiezione che potrebbe aver contribuito al calo dei votanti, scoraggiando gli elettori del campo avverso e rendendo meno appassionante la sfida anche per chi gravita abitualmente nel campo progressista. Il candidato del centrodestra è l’imprenditore Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, con un precedente non fortunato in politica: fu sconfitto a sorpresa nel 2004 da Michele Emiliano nella corsa per la poltrona di sindaco di Bari, in quella che sarà ricordata come l’apertura della cosiddetta “primavera pugliese” del centrosinistra.
In uno scenario apparentemente “bloccato” dopo vent’anni di giunte regionali di centrosinistra (due mandati per Nichi Vendola, due per lo stesso Emiliano che lasciò il Comune capoluogo appunto a Decaro, suo possibile successore oggi), i conti si faranno soprattutto all’interno delle coalizioni e delle liste di partito. Da definire gli equilibri fra i seguaci di Emiliano e quelli di Decaro (che dopo le tensioni estive si sono pubblicamente riappacificati con un abbraccio in piazza) ma anche quelli interni al centrodestra e al partito principale della coalizione, Fratelli d’Italia, dove si misurano i candidati più vicini alla tradizione Msi-An con quelli vicini al commissario europeo Raffaele Fitto. Nello scrutinio si misurerà anche la presa che Vendola mantiene sull’elettorato di sinistra in Puglia, dieci anni dopo aver lasciato gli incarichi istituzionali: il suo contributo è considerato fondamentale per aiutare AVS a superare la soglia di sbarramento. Quanto al dopo voto, se vincerà Decaro, l’incognita rimane soporattutto legata al destino di Emiliano: il presidente uscente, dopo il veto del candidato alla successione, non è entrato in lista ma, in attesa di un rientro in pista alle prossime politiche, potrebbe essere recuperato con un incarico istituzionale o nello stesso governo regionale.

