Roma, 5 set. (askanews) – Il messaggio ai Volenterosi del presidente russo Vladimir Putin è stato lanciato oggi forte e chiaro dal Forum economico orientale di Vladivostok: se verranno dispiegate truppe straniere nel territorio ucraino prima di un accordo di pace “duratura”, saranno considerate “obiettivo legittimo da eliminare”. E, se invece arriveranno dopo l’accordo, saranno “inutili”, perché “nessuno deve dubitare che la Russia rispetta gli accordi”.
Le affermazioni di Putin sono arrivate all’indomani del vertice di Parigi della Coalizione dei Volenterosi, nell’ambito della quale 26 Paesi si sono detti disponibili a inviare truppe in Ucraina dopo un accordo di cessate il fuoco.
“Per quanto riguarda i possibili contingenti militari in Ucraina, questa è una delle principali modalità per includere l’Ucraina nella Nato; pertanto, se dovessero comparire delle truppe lì, soprattutto adesso, durante i combattimenti, partiamo dal presupposto che saranno obiettivi legittimi da eliminare”, ha detto il capo del Cremlino. Ha aggiunto inoltre che, se si dovesse raggiungere un accordo di pace duraturo, la presenza di tali forze militari straniere in Ucraina non avrebbe alcun senso.
I Volenterosi hanno inquadrato la possibilità di un’invio di truppe in Ucraina come “garanzia di sicurezza” per Kiev. Ma Putin, su questo punto, è netto: “Se verranno raggiunti degli accordi, nessuno dubiti che la Russia li attuerà pienamente. E rispetteremo quelle garanzie di sicurezza che, naturalmente, dovranno essere elaborate sia per la Russia che per l’Ucraina”. Putin ha aggiunto che, finora, nessuno ha sollevato seriamente con la Russia la questione delle garanzie di sicurezza e ha sottolineato che, “anche se ogni Paese ha il diritto di scegliere come garantire la propria sicurezza, questioni di questo tipo non si risolvono senza tener conto della sicurezza della Russia stessa. Esiste una regola generale, espressa e registrata in documenti europei: la sicurezza di un Paese non può essere garantita a spese della sicurezza di un altro”.
La Russia, insomma, vede nella possibilità delle forze dei Volenterosi in Ucraina come un modo per far entrare la Nato non dalla porta, ma dalla finestra. In questo senso, Putin ha ribadito le coordinate russe rispetto all’Ucraina del futuro: possibile ingresso di Kiev nell’Unione europea, ma no a un’adesione alla Nato. “In effetti, l’Ucraina si è posta, e continua a porsi, l’obiettivo di aderire all’Ue. E ripeto, è una scelta legittima dell’Ucraina decidere come strutturare le proprie relazioni internazionali, come garantire i propri interessi economici e con chi formare alleanze”, ha affermato il presidente russo, precisando che invece un accesso alla Nato influirebbe direttamente sulla sicurezza russa.
Putin, comunque, di è detto disponibile a incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma a Mosca, prospettiva questa che Kiev esclude. “Se qualcuno vuole davvero incontrarci siamo pronti. Il posto migliore per questo è la capitale della Russia, la città eroica Mosca”, ha detto Putin, definendo invece “eccessiva” la controproposta di organizza l’incontro nella capitale ucraina.
Il presidente ucraino, dal canto suo, intervenendo al Forum Ambrosetti, ha definito “importante avere un incontro bilaterale o trilaterale con Putin, noi siamo ovviamente disponibili a qualsiasi incontro con Putin, ma non crediamo che sia pronto veramente a porre fine al conflitto: sono solo parole e nessuno si fida delle sue parole”.
Per quanto riguarda invece un nuovo colloquio telefonico con il presidente Usa Donald Trump, che da Washington il leader americano ritiene “vicino”, Putin ha detto: “(Trump) sa che io sono aperto a questi colloqui. E anche lui lo è”. Ha inolre chiarito che, con il leader americano, c’è un reciproco affidamento a sentirsi ogni volta che sia necessario.