Le colonne neoclassiche che abbelliscono la facciata del Minneapolis Institute of Art non mostrano più il bianco della pietra, ma sono arancioni, nere e blu: l’artista cinese Ai Weiwei le ha infatti completamente foderate dei giubbotti salvavita usati da chi tenta di emigrare via mare, con mezzi di fortuna.

“Safe Passage”  sbarca – scrive l’agenzia Dire – così negli Stati Uniti, dopo le tappe europee. Stavolta l’installazione è però parte di una mostra più ampia dal titolo “Quando la tua terra non ti permette di restare: arte e migrazione”. Noto per il suo attivismo per i diritti umani, Ai Weiwei riporta all’attenzione un tema di attualità: quello delle migliaia di migranti in fuga da fame, guerre e persecuzioni che tentano di raggiungere l’Europa via mare anche a costo della vita.

Parte del progetto le decine di giubbotti di salvataggio donati dalle autorità di Lesbo, isola greca che assieme a varie altre del Mar Egeo accoglie i migranti. I trafficanti non si fanno scrupolo di far salire le famiglie su gommoni usurati o vecchi barchini, col risultato che spesso nei naufragi le persone perdono la vita.

Da più parti sono mosse accuse contro i governi e le istituzioni europee di non stare facendo abbastanza per evitare i naufragi, a fronte del calo negli ultimi anni delle richieste d’asilo accolte dagli Stati.

Ai Weiwei rilancia l’appello per la creazione di canali di viaggio legali sicuri per i rifugiati, tornando a impiegare l’arte come mezzo di comunicazione, e lo fa in uno Stato particolare degli Stati Uniti: il Minnesota, come ricordano le fonti locali, è il primo per numero di rifugiati accolti tra i 50 del Paese.