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giovedì, 22 Maggio, 2025
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Quirinale blocca Mit su comitato Ponte, Salvini insiste: lo farà Parlamento

Roma, 22 mag. (askanews) – E’ scontro tra il Quirinale e il Mit di Salvini sul decreto infrastrutture e in particolare sulle norme che riguardano il ponte sullo stretto. Il testo firmato da Sergio Mattarella e pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale è stato infatti “depurato” da una contesa norma fortemente voluta dal leader della Lega che l’aveva presentata con enfasi insieme al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e a che a suo dire avrebbe garantito il “contrasto alle potenziali illegalità” nella creazione di infrastrutture come quella del Ponte sul Stretto. “Abbiamo inserito nel testo base del decreto un intervento, che non c’era, di contrasto alle potenziali illegalità che ci vede assolutamente tutti allineati nella denuncia e nella volontà di avere il massimo della trasparenza e del rigore in tutte le fasi operative che si stanno avvicinando”.

Si tratta di una struttura di missione di diretta emanazione del ministero che agisce in deroga al codice antimafia e che è stata adottata in passato per la realizzazione di opere urgenti come Expo e le olimpiadi di Cortina e soprattutto per la ricostruzione dei terremoti, ma mai per la realizzazione di grandi opere come il ponte sullo stretto di Messina.

Di qui lo stop del Quirinale che ha ritenuto di non firmare il testo prima che venisse espunta la norma in questione. L’interpretazione data da alcuni a questo intervento del Presidente della Repubblica, ossia come una riduzione dei controlli di legalità ha spinto l’ufficio stampa del Quirinale a dire la sua per fare chiarezza: “La norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri. La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina”.

Il Quirinale spiega inoltre che “la norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.

Ma Salvini non intende arrendersi e annuncia che la partita si riaprirà in Parlamento in sede di conversione del decreto: “Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, l’avevamo messo in decreto. Cioè più potere al Ministero dell’Interno e alle prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista sarebbe stato importante. Qualcuno ha pensato in maniera diversa, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie”.