A rivelarlo è il nuovo studio “Low Birthweight Estimates 2019”realizzato dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha preso in esame i dati relativi a 148 Stati e a 281 milioni di nascite, ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista medica internazionale The Lancet Global Health,
Preoccupa inoltre il fatto che i progressi stiano decelerando: nel quinquennio 2010-2015 il tasso di riduzione annuo delle nascite sottopeso è stato dell’1%, rispetto all’1,4% del quinquennio precedente e all’1,33% del 2000-2004.
Ciononostante, a causa dell’incremento demografico, il numero assoluto di neonati sottopeso è aumentato nell’Africa Subsahariana, passando da 4,4 milioni a 5 milioni l’anno. Per le medesime ragioni, a causa del suo peso demografico, l’Asia Meridionale conta tuttora circa metà delle nascite sottopeso globali, circa 9,8 milioni annue.
Secondo la ricerca, i tassi minori di nascite sottopeso (dato 2015) è quello della Svezia (2,4%), decisamente inferiore rispetto a Stati Uniti (8%), Gran Bretagna (7%), Australia (6,5%) e Nuova Zelanda (5,7%).
In Italia il dato è pari al 7%: nel 2015 sono nati sottopeso circa 34.500 dei 495.200 neonati dell’anno.
Sono proprio gli i paesi ad alto reddito a registrare i progressi più lenti, con un tasso di riduzione media dello 0,01% annuo, nonostante un’incidenza del fenomeno del 7%, non molto inferiore rispetto a quella dei Paesi in via di sviluppo.
In alcuni paesi industrializzati si registra persino una tendenza al peggioramento: le nascite sottopeso stanno infatti aumentando nella Repubblica Ceca (+2% annuo), Irlanda (+1,3%), Portogallo (+1,2%) e Spagna (+1,1%).
Il Regno Unito ha registrato dal 2000 a oggi una diminuzione annua dello 0,3%, mentre in Italia la diminuzione è stata di appena lo 0,1% in 15 anni (dal 7,1% del 2000 al 7% del 2015)-
Questi dati evidenziano la l’urgenza di maggiori investimenti e interventi per accelerare i progressi, attraverso la conoscenza del fenomeno e affrontandone i fattori chiave: l’età troppo avanzata della madre, le gravidanze multiple, le complicazioni ostetriche, le condizioni croniche durante la maternità (ad es. ipertensione), le infezioni (come la malaria), lo stato nutrizionale delle donne e l’esposizione a fattori ambientali quali l’inquinamento dell’ambiente domestico e uso di alcol, tabacco e droghe.
Nei paesi a basso reddito, la causa principale del basso peso alla nascita è lo scarso sviluppo dell’utero dovuto all’età troppo bassa della madre.
In Occidente, invece, il basso peso alla nascita è spesso associato alla prematurità del parto (prima della 37° settimana di gravidanza).