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giovedì, 8 Maggio, 2025
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Referendum, No ai 4 quesiti sul lavoro, SÌ a quello sulla cittadinanza

Non si può tornare indietro, né rinunciare a un futuro migliore per l’Italia. Tempi Nuovi auspica un voto consapevole, che metta al centro la responsabilità di governare il cambiamento.

Il pacchetto referendario, che ci chiamerà alle urne nelle prossime settimane, si presenta come un crocevia difficile e complesso, soprattutto per chi, come la nostra associazione Tempi Nuovi – Popolari Uniti, guarda con attenzione al futuro delle riforme e al principio di responsabilità nel riformismo democratico. È per questo che la nostra scelta sarà articolata: quattro no ai quesiti sul lavoro, e un sì convinto al referendum sulla cittadinanza.

Sui quesiti abrogativi delle decisioni del Jobs Act, riteniamo ci sia un equilibrio problematico. Non si tratta di difendere a tutti i costi e in modo acritico una riforma, bensì di non gettare il Paese in un’incertezza ancora più dannosa. Abrogare senza una chiara prospettiva ricostruttiva rischia di aprire un vuoto normativo: cosa torna in vigore? Come si ricostruisce il patto tra impresa e lavoro? Il dibattito rischia di ridursi ad una semplificazione ideologica che non tiene conto dei bisogni reali né della complicata situazione occupazionale di oggi, fatta di chiaroscuri preoccupanti e di inquietanti fessure nel sistema, da cui sempre più facilmente si insinuano le pericolose soluzioni di un parallelo mercato del lavoro offerto dalle mafie.

Diverso è il caso del quesito sulla cittadinanza, che va al cuore dell’idea di democrazia che sosteniamo. La nostra scelta segue un principio di equità, oltre che una visione politica: è un sì alla cittadinanza inclusiva, un sì ai diritti dei minori figli di stranieri nati o cresciuti in Italia. Da tempo chiediamo con forza una riforma più strutturata, che introduca strumenti che ci aiutino a riconoscere nella scuola il luogo di eccellenza della formazione alla cittadinanza reale,   e per questo pensiamo allo “ius scholae”.

D’altronde, il tessuto della cittadinanza è fatto dello spirito che lo anima e di ciascun individuo che fin da piccolo in esso si educa e cresce. Il dibattito sulla giustizia politica si muove spesso tra opposti esasperati: da un lato lo stigma dell’irregolarità, dall’altro la retorica della protezione sociale. Ma oggi, con la crisi demografica e le disuguaglianze in crescita, la cittadinanza inclusiva rappresenta non solo un dovere morale, ma l’unico futuro politico e civile auspicabile.

Costruire, e non demolire: Tempi Nuovi è per un voto consapevole e selettivo, che metta al centro la responsabilità di governare i cambiamenti, senza forzarli con ulteriori divisioni.