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sabato, 22 Novembre, 2025
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Regionali, tripla sfida e un obiettivo: Meloni vuole il primato Fdi

Roma, 21 nov. (askanews) – Per principio, nessuna tornata elettorale va data per scontata. Ma alcune lo sono più di altre. E così, per questa triplice sfida regionale di domenica e lunedì, praticamente tutti i pronostici per il centrodestra prevedono una affermazione (facile) in Veneto, una sconfitta (senza speranze) in Puglia e un’altra (più combattuta) in Campania. Un 2 a 1 per il centrosinistra che, messo assieme alle altre sfide che si sono tenute negli ultimi mesi in Marche, Toscana e Calabria, consegnerebbero un pareggio di fatto tra le due coalizioni.

Ma per l’alleanza di governo c’è una sfida nella sfida, una competizione tra liste che in questo caso ha un valore particolare. L’obiettivo intrinseco di Giorgia Meloni, infatti, è mantenere ovunque il primato del suo partito a cominciare dal Veneto. Le ultime elezioni, sia le Politiche che quelle Europee, hanno già decretato – e largamente – la primazia di Fratelli d’Italia sulla Lega. Nonostante ciò, in cambio di una generica promessa sulla Lombardia, la premier ha accettato che il candidato a succedere a Luca Zaia fosse Alberto Stefani, fortemente voluto da Matteo Salvini oltre che uno dei suoi vice segretari. Una decisione che ha lasciato un malcelato amaro in bocca ai meloniani veneti. Non è un caso se, al comizio di chiusura della campagna elettorale a Padova, la presidente del Consiglio abbia ringraziato i ‘fratelli’ locali per la loro “generosità” e augurato a Stefani di governare in compagnia di una “nutrita pattuglia” di Fdi.

Ma Matteo Salvini ha altrettanto bisogno che la Lega si riprenda la medaglia d’oro, visto anche che esprime il candidato governatore. Molte speranze sono affidate al ‘doge’ uscente Luca Zaia che ha deciso di candidarsi capolista ovunque. Secondo calcoli a spanne fatti da esponenti del partito locale, l’obiettivo sarebbe centrabile se arrivasse a conquistare almeno 150mila preferenze. Nei fatti, sarebbe una vittoria personale. Nel mondo del Carroccio la Liga veneta fa storia a sé, ma nelle dinamiche interne si è inserita anche la rivalità con il generale Vannacci che ha praticamente organizzato un tour alternativo a sostegno dei candidati a lui vicini senza apparire negli eventi ufficiali di partito.

Più complicata la situazione in Puglia dove ci si attende un plebiscito per il candidato del centrosinistra Antonio Decaro e dove il centrodestra, che ha puntato sul ‘civico’ Luigi Lobuono, si contende le briciole. Qui, peraltro, Fratelli d’Italia è anche in preda una rivalità interna tra l’area cosiddetta fittiana e quella invece rappresentata dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Emblematico, in tal senso, è stato il caso dell’esclusione dalle liste all’ultimo minuto di Raffaella Casamassima, considerata vicina al commissario europeo.

Discorso a parte per la Campania, elezione dove il mood del centrodestra è del tipo ‘non succede ma se succede’. Dopo mesi di confronto, Giorgia Meloni ha accettato di schierare contro Roberto Fico il ‘suo’ Edmondo Cirielli, storico esponente della destra (molto vicino a Ignazio la Russa) oltre che viceministro degli Esteri. Due fattori che inizialmente l’avevano fatta vacillare sull’ipotesi, proprio per evitare che una eventuale sconfitta venisse addebitata a lei personalmente e al governo in generale. In questo caso, per Fdi, la competizione interna è soprattutto con Forza Italia che, peraltro, è arrivata all’appuntamento con una pesante campagna di reclutamento tra ex deluchiani.