Roma, 10 nov. (askanews) – “Donzelli scorda il metodo Boffo, fatto dai giornali di altra proprietà. Solo chi non conosce le tecniche di giornalismo può dire che la nostra è un’inchiesta fatta dopo la sanzione. Negli anni il Garante della Privacy si è trasformato in un tribunale politico dove le sentenze e i provvedimenti vengono presi in base alle sensibilità politiche, ai rapporti clientelari, diventando una grandissima limitazione alla libertà di stampa. In tanti giornalisti ci scrivono solidarizzando per la battaglia che stiamo facendo in difesa della libertà di stampa. Battaglia che possiamo fare perché abbiamo alle spalle una grande azienda come la Rai, ma i poveri giornalisti che subiscono i provvedimenti del Garante non hanno i nostri stessi strumenti”. Lo ha detto Sigfrido Ranucci a Otto e mezzo su La7.
“Non ci sono stati pedinamenti o infiltrazioni in mail e telefoni. Abbiamo fatto una raccolta di informazioni che provenivano dagli stessi dipendenti dell’ufficio del Garante che non ne potevano più di quell’andazzo. Si sono ribellati a quella perdita di nobiltà e autorità che era il Garante della Privacy fondato da una personalità come Stefano Rodotà che ci invidiava il mondo”, conclude Ranucci.

