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lunedì, 1 Dicembre, 2025
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Ricavi record per le aziende che producono armi (dati Sipri)

Roma, 1 dic. (askanews) – Secondo i nuovi dati pubblicati oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), i ricavi derivanti dalla vendita di armi e servizi militari da parte delle 100 maggiori aziende produttrici di armi sono aumentati del 5,9% nel 2024, raggiungendo la cifra record di 679 miliardi di dollari. Un incremento determinato dall’aumento della domanda dovuto alle guerre in Ucraina e Gaza, dalle tensioni geopolitiche globali e regionali e dalla spesa militare sempre più elevata.

“Lo scorso anno i ricavi globali derivanti dal settore delle armi hanno raggiunto il livello più alto mai registrato dal Sipri, perchè i produttori hanno capitalizzato sull’elevata domanda”, ha sottolineato Lorenzo Scarazzato, ricercatore del Programma Spese Militari e Produzione di Armi del Sipri.

NEGLI STATI UNITI 39 DELLE 100 AZIENDE DELLA LISTA SIPRI Tra le 100 aziende prese in considerazione, 39 hanno sede negli Stati Uniti e nel 2024 il loro fatturato complessivo è cresciuto del 3,8%, raggiungendo i 334 miliardi di dollari. Quattro delle cinque principali aziende produttrici di armi al mondo – Lockheed Martin, RTX, Northrop Grumman e General Dynamics – hanno sede negli Stati Uniti e tutte e quattro hanno aumentato i loro ricavi nel 2024.

RIARMO IN EUROPA SPINTO DA GUERRA IN UCRAINA Delle 26 aziende con sede in Europa (esclusa la Russia), 23 hanno registrato un aumento dei ricavi del 13%, raggiungendo i 151 miliardi di dollari. Un incremento “legato alla domanda derivante dalla guerra in Ucraina e alla minaccia percepita dalla Russia”, secondo Sipri. Spicca così il caso dell’azienda ceca Czechoslovak Group, che ha registrato il più elevato aumento percentuale dei ricavi tra tutte le aziende della Top 100 nel 2024, pari al 193%, raggiungendo i 3,6 miliardi di dollari. L’azienda ha attribuito la maggior parte dei suoi ricavi all’Ucraina: Czechoslovak Group ha infatti beneficiato della Czech Ammunition Initiative, un progetto guidato dal governo per la fornitura di proiettili di artiglieria a Kiev.

Anche le aziende tedesche hanno registrato una crescita fino al 36%. “È quasi tutto legato all’invasione russa dell’Ucraina – ha detto alla Deutsche Welle uno degli autori del rapporto, Nan Tian – c’è stato un aumento della domanda da parte delle forze armate tedesche. Che si tratti di Rheinmetall o Diehl, che costruiscono carri armati, veicoli blindati di trasporto truppe, munizioni, naturalmente per le forze armate tedesche per rifornire quanto hanno inviato in Ucraina come aiuti militari, ma anche per aumentare il numero di carri armati, veicoli da combattimento per la fanteria”.

IN ITALIA AUMENTO DEL 9% Le due aziende con sede in Italia, Leonardo (12esimo posto) e Fincantieri (49esimo) hanno totalizzato 16,8 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento del 9,1% su base annua. Leonardo, la seconda azienda europea del settore armamenti nella Top 100 dopo la britannica BAE Systems, ha aumentato i suoi ricavi del 10%, raggiungendo i 13,8 miliardi di dollari, stando al rapporto.

CRESCONO I RICAVI ANCHE IN RUSSIA In Russia la domanda interna è stata sufficiente a più che compensare la perdita di fatturato dovuta al calo delle esportazioni e le due aziende russe nella Top 100, Rostec e United Shipbuilding Corporation, hanno aumentato i loro ricavi complessivi del 23%, raggiungendo i 31,2 miliardi di dollari. “Il Paese ha completamente cambiato le sue priorità. Negli ultimi tre anni la produzione è stata orientata verso un’economia di guerra”, ha detto Nan Thian. Secondo il rapporto Sipri, Mosca ha aumentato la sua produzione di proiettili d’artiglieria da 152 mm del 420% tra il 2022 e il 2024: da 250.000 a 1,3 milioni.

A causa delle sanzioni internazionali, l’industria bellica russa è carente di componenti provenienti dall’estero, in particolare di componenti elettronici per gli aerei. Tuttavia, l’idea che l’economia russa sarebbe crollata si è rivelata falsa, ha rimarcato Nan Tian: “Il Paese è in una situazione molto peggiore ora di quanto sarebbe stato se non avesse invaso (l’Ucraina), perché ovviamente non ci sarebbero state le sanzioni, ma il Paese ha dimostrato di essere piuttosto resiliente a queste varie sanzioni e ai problemi economici”. Nan Tian ritiene che la trasformazione dell’economia russa sia arrivata a un punto tale che, se si arrivasse a una pace duratura in Ucraina, sarebbe difficile per Mosca tornare a un’economia non bellica.

ASIA UNICA REGIONE A REGISTRARE CALO DEI RICAVI DOVUTO A CINA L’Asia è dietro a Stati Uniti ed Europa, con 23 aziende produttrici di armi nella lista Sipri, ma è l’unica regione in cui le aziende hanno registrato ricavi inferiori rispetto all’anno precedente, toccando i 130 miliardi di dollari, pari a -1,2% rispetto al 2023. Un dato regionale dovuto in particolare a un calo complessivo del 10% dei ricavi delle otto aziende cinesi presenti nella Top 100. E il calo più significativo è stato il 31% dei ricavi di NORINCO, il principale produttore cinese di sistemi terrestri. “Una serie di accuse di corruzione negli appalti di armi cinesi ha portato al rinvio o alla cancellazione di importanti contratti di armamenti nel 2024”, ha spiegato Nan Tian.

Al contrario, i ricavi hanno continuato a crescere tra le aziende giapponesi e sudcoreane presenti nella Top 100, grazie alla forte domanda europea e interna. Le cinque aziende giapponesi hanno aumentato i loro ricavi del 40%, raggiungendo i 13,3 miliardi di dollari, mentre i quattro produttori sudcoreani hanno aumentato i loro ricavi del 31%, raggiungendo i 14,1 miliardi di dollari. La più grande azienda di armamenti sudcoreana, Hanwha Group, ha registrato un aumento del 42% dei suoi ricavi, di cui oltre la metà proveniente dalle esportazioni.

PER LA PRIMA VOLTA 9 AZIENDE DEL MEDIO ORIENTE NELLA TOP 100 Per la prima volta, nove delle prime 100 aziende produttrici di armi hanno sede in Medio Oriente, con un fatturato complessivo di 31 miliardi di dollari e un incremento regionale del 14%.

Tre aziende israeliane hanno registrato un incremento del 16%, raggiungendo i 16,2 miliardi di dollari. “La crescente reazione negativa alle azioni di Israele a Gaza sembra aver avuto scarso impatto sull’interesse per le armi israeliane – ha affermato Zubaida Karim, ricercatrice del Programma Sipri per le Spese Militari e la Produzione di Armi – molti Paesi hanno continuato a fare nuovi ordini alle aziende israeliane nel 2024”.

Nella lista figurano quindi cinque aziende con sede in Turchia, che hanno registrato un fatturato di 10,1 miliardi di dollari, con un aumento dell’11% su base annua, e l’azienda statale degli Emirati arabi uniti, EDGE Group, che ha registrato ricavi per 4,7 miliardi.