Ci auguriamo – dice l’autore –  che le prossime settimane possano servire, senza dover tirare nessuno “per la giacchetta”, a individuare una figura di riferimento condivisa che possa essere “come l’attuale inquilino del Quirinale”(Liliana Segre).

L’ultimo rapporto pubblicato dal Censis mostra alcune tendenze del Paese il cui andamento è stato persino accelerato dalla pandemia: la dispersione scolastica e universitaria, la disoccupazione femminile e giovanile, lo scetticismo nei confronti della scienza e dei vaccini, l’attribuzione al virus di una serie di mali “storici” del Paese. Ancora, lo scollamento tra cittadini e istituzioni e la “fuga” dalla politica. L’unica figura cui viene ancora riconosciuta una qualche autorevolezza, assieme al Pontefice, è il Presidente della Repubblica. 

Nel giorno di sant’Ambrogio, a Milano, si è avuta la dimostrazione pratica del “metodo Ambrogio” di cui parlava Paolo Mieli in un editoriale di qualche settimana fa. I dieci minuti di applausi in occasione della prima alla Scala sono un apprezzamento tangibile per il lavoro svolto dal Presidente durante il settennato. Si è visto – all’opera – il Paese “reale”, quello fotografato dal Censis ma che spesso non riesce ad uscire dalle statistiche ufficiali o dalle analisi dei sociologi.

Come ha scritto Ubaldo Alessi sul nostro giornale: “Mattarella ha conquistato la fiducia di un Paese che pure viene dal contagio di un populismo abbarbicato alla rabbia antipolitica. Rappresenta la controspinta della nazione che ripudia la propaganda e la rassegnazione, vuole riprendere dimestichezza con un potere misurato ed efficace, spera di partecipare alla bella risalita dopo la caduta nel tormento sociale e sanitario della pandemia. Attorno al Presidente della Repubblica si respira l’aria pulita di un’Italia volenterosa, pronta a rimboccarsi le mani, a fare squadra”.

Nelle prossime settimane ci saranno alcuni snodi cruciali relativi alle attribuzioni dei fondi del Pnrr: sarebbe utile arrivarci con Palazzo Chigi e Quirinale nella pienezza dei rispettivi poteri. Invece l’incertezza attuale non aiuta il “discernimento” da parte delle forze politiche (e non solo) sulle questioni vitali del Paese. Ci auguriamo che le prossime settimane possano servire – senza dover tirare nessuno “per la giacchetta” – a individuare una figura di riferimento condivisa che possa essere “come l’attuale inquilino del Quirinale” per utilizzare le parole della senatrice Liliana Segre.