I democratici cristiani possono andare fieri della loro storia e contribuire, in questa fase, a una nuova riflessione sull’Europa. Ha scritto infatti Etienne Borne, eminente filosofo francese e maïtre à penser del Mouvement Populaire Republicain (MRP), che “il sogno europeo è il contributo della politica democristiana a questo secolo” ventunesimo.
Con il suo esempio di ordinamento sovranazionale, unico ad essere sperimentato con successo nel secondo Novecento, l’Europa ha garantito 70 anni di pace in un continente afflitto da guerre fin dal medioevo. È nata una moneta unica che ha messo in evidenza come l’integrazione economica, civile e culturale non sia più un semplice auspicio, ma una condizione indispensabile per avanzare sulla strada della crescita comune legando partecipazione democratica, equità sociale ed innovazione.
Ora, è convinzione diffusa che nel quadro di risorgenti imperialismi l’Europa costituisca una riserva di civiltà. La democrazia è sotto attacco, sono a rischio le nostre libertà. Come salvare, allora, un patrimonio di valori che sostiene l’impalcatura dell’Unione? E soprattutto come rinnovarlo nel contesto di sfide così grandi e minacce così forti, con una guerra di occupazione ai danni dell’Ucraina, che scoperchia la tradizionale volontà della Russia di fare dell’Europa uno spazio di neutralità militare e di subalternità politica?
Certo, nell’immediato la risposta non può non riguardare la capacità di difesa, visto ciò che incombe all’orizzonte; ma alla lunga non può non esigere uno sforzo di attenzione al cammino necessario per una maggiore integrazione politica e istituzionale. Industria, servizi, welfare: serve “riarmare” un modello di sviluppo. Più Europa significa reinvenzione di una storia, per riscoprire il nucleo vitale della politica di De Gasperi, Adenauer e Schumann. Da qui, senza integralismi e preclusioni, la propettiva di un’Unione europea che possa ancora avvantaggiarsi di una memoria straordinariamente ricca e della spinta evocativa che da essa si sviluppa sulla scia dell’umanesimo cristiano.
“Ripensiamo l’Europa”, dunque: questo è il titolo della lectio magistralis che terrà il prof. Jean-Dominique Durand al convegno promosso dall’Associazione Nazionale Democratici Cristiani (ANDC) e dal Centro Documentazione Europea (Lumsa). È un invito alla riflessione e all’impegno, in condizioni tutte nuove. Come ieri nel contesto di una grande forza unitaria, così oggi, in nome di una limpida appartenenza ideale, ciascuno è chiamato a dare il proprio apporto al rinvigorimento di quella che De Gasperi chiamava la “nostra Patria Europa”.