21.3 C
Roma
martedì, 28 Ottobre, 2025
HomeAskanewsRisparmio, Acri-Ipsos: ruolo sociale cruciale ma serve fisco "amico"

Risparmio, Acri-Ipsos: ruolo sociale cruciale ma serve fisco "amico"

Roma, 28 ott. (askanews) – In Italia il risparmio ha un ruolo rilevante sia per tutelare le situazioni personali più imprevedibili, sia a livello sociale e collettivo, perché può attutire l’impatto delle crisi e ridurre le dipendenze dalle risorse estere. Inoltre agisce anche a favore dell’inclusione, della tutela della salute, della famiglia e delle reti sociali. Ma, sempre nella Penisola “avrebbe bisogno di una fiscalità ‘amica’”, secondo un risparmiatore su 3, e di una maggiore diffusione della cultura finanziaria, assieme a prodotti più semplici. Lo rileva l’indagine di Acri e Ipso, pubblicata in occasione della Giornata mondiale del risparmio, oggi a Roma.

Secondo lo studio, nell’ultimo anno anche dal punto di vista finanziario prevale la cautela e si riduce la ricerca di investimenti finanziari. Il portafoglio delle famiglie resta ancor più fortemente ancorato alla liquidità; il 64% degli italiani preferisce mantenere buona parte delle proprie riserve in liquidità. La quota di risparmiatori che preferisce investire è minoritaria (circa un terzo) e, quando lo fa, privilegia strumenti semplici e percepiti come sicuri.

Il possesso di prodotti finanziari è stabile nel tempo e mediamente poco diversificato. Le preferenze di investimento segnalano un parziale ritorno all’immobiliare e un arretramento sia della domanda di strumenti “sicuri” sia degli strumenti più rischiosi, mentre cresce la quota di coloro che non sanno indicare un investimento idoneo per le caratteristiche della loro famiglia.

Chi investe lo fa prevalentemente perché ha in mente un progetto futuro (22%), oppure per accrescere il valore del capitale (21%), o difenderlo dall’inflazione (19%), nonché per tutelare i propri familiari in futuro (11%). Altri investono per evitare di spendere troppo (8%), o perché si rendono conto che i soldi sul conto corrente non danno alcun vantaggio (9%). Cambia il “come” si decide un investimento: meno spazio per investimenti con ricadute sociali o per l’economia italiana, cresce l’attenzione alla rischiosità, aumenta la propensione al rendimento, mentre rimane stabile l’attenzione al soggetto proponente.

Quindi sale l’attenzione al rendimento, senza derogare alla logica di contenimento del rischio, mentre hanno minore rilevanza gli investimenti ESG (14% vs 20% nel 2024). In una situazione di incertezza, il risparmio torna a svolgere il ruolo prioritario di tutela individuale. Sul piano semantico prevalgono le associazioni positive al risparmio (tranquillità, tutela, saggezza), ma cresce l’idea che il risparmio sia un “sacrificio” attuale (+4 p.p. rispetto al 2024) per avere un futuro più sereno (+3 p.p.) e tutelato (+2 p.p.).

Quindi, proseguono Acri e Ipsos, nel 2025 il risparmio è ancor più percepito come strumento di tutela individuale (priorità valoriale per il 77% gli italiani) con un riconoscimento significativo del suo ruolo per l’economia del Paese (60%). Infine, il ruolo del risparmio come strumento di inclusione sociale rimane saliente per metà degli Italiani (49%). Il risparmio è dunque rilevante come tutela sia per le situazioni personali meno prevedibili (57%) sia per quelle che derivano dal contesto economico generale (per il 54% è molto rilevante in caso di crisi economica), nonché per aumentare la sicurezza quando non sarà più possibile avere redditi aggiuntivi, come in vecchiaia (49%). Risulta molto rilevante il ruolo sociale e collettivo del risparmio, che attutisce l’impatto sul Paese delle crisi globali (67%), riduce la dipendenza dalle risorse estere (63%), permettendo maggiori investimenti in settori strategici (56%), e fornisce una migliore stabilità al sistema bancario (56%).

Il risparmio gioca un ruolo nell’inclusione sociale poiché accumulare risorse consente a chi risparmia di raggiungere l’indipendenza economica (34%), permette di tutelare il proprio stato di salute (23%) e anche di sostenere i propri cari che dovessero attraversare un momento di difficoltà (23%), accrescendo quindi l’efficacia delle reti sociali. Facilita anche la possibilità di maggiore istruzione e di stabilizzazione di individui e famiglie attraverso l’acquisto di una casa.

Per svolgere appieno il suo ruolo, avverte lo studio, il risparmio avrebbe bisogno di una fiscalità “amica” del risparmiatore, aspetto citato da 32% degli italiani, al contempo sarebbe necessario sviluppare una maggiore cultura finanziaria (27%) e avere prodotti semplici, adatti ai tempi, fruibili da tutti (27%). La fiducia degli italiani nei confronti di leggi e strumenti a tutela del risparmio è in crescita, e raggiunge quasi 1 italiano su 2.